Bar Sport, Fabbricatore: "L'NBA in Europa? Aspettiamo..."
PB: Cominciamo con la stagione, sin qui, di Milano, bella in Eurolega un po’ meno in campionato. Possibile con quel roster lì?
Fabbricatore: va bene accetto la prima provocazione. Il problema dell’Olimpia così come di altri club è che i campionati nazionali sono diventati un peso e l'Eurolega in questo modo diventa davvero insostenibile. Mi metto nei panni di chi investe 20, 30 o più milioni di euro per competere. Ed ora arriverebbe l’NBA? No grazie.
PB: non le piace l'idea di un remake dello sbarco degli americani in Europa?
Fabbricatore: stando a quel poco che sappiamo per adesso, no, non sono convinto che sia una buona idea. Penso che il lavoro di ECA (l'Associazione dei Club Europei) nel breve termine dovrebbe essere quello di cercare un sistema per equilibrare le grandi differenze per esempio dell’aliquota fiscale che non è la stessa in tutta Europa. Non parlo di un intervento sulle legislazioni nazionali, ma di qualcosa di interno allo sport europeo che possa riequilibrare questo aspetto. Vista la fuga di molte aziende in Olanda per motivi fiscali, mi chiedo come mai Amsterdam non abbia una squadra di basket di alto livello…Tornando alla questione NBA in Europa, mi chiedo come mai l'Eurolega ha sempre uno sponsor turco? Perché non c’è Coca Cola o un altro marchio del genere? Questioni olimpiche? Può darsi, non lo so, quello che so è che EL è e rimane nel bene e nel male un “affair” strettamente europeo a confronto di altri tornei, penso alla Premier League di calcio inglese, che ormai sono wordwide. E poi: quanti giocatori europei sono in NBA?
PB: sul totale record di 125 giocatori stranieri, non americani, 61 sono del Vecchio Continente, 3 in meno della passata stagione. Perché?
Fabbricatore: perché un pensiero cattivo mi attraversa la testa…su poco meno di 500 giocatori totali in NBA la percentuale degli stranieri è molto alta, quasi un quarto. E non tutti bravi. Insomma non vorrei che Adam Silver & Co stessero pensando di accaparrarsi un vivaio importante come quello europeo. Poi c’è la questione dell'approccio alle partite. Il motto di EL è “ Ogni partita conta". In NBA no, quelle di stagione regolare sono importanti si ma…È diversa la mentalità, in America i club sono franchigie, da noi abbiamo ancora i proprietari: siamo sicuri che Armani, Giannakopoulos, Kokkalis, e via dicendo con gli altri, accettino imposizioni da altri nel loro affari? Magari sì ma ad oggi con le informazioni che abbiamo ne dubito. Per non parlare dei movimenti dei giocatori, oggi qui, domani là, dopodomani chissà, per dirla con un fantastico personaggio di Verdone. Se ciò che sappiamo adesso dovesse essere confermato solo in parte, noi europei siamo capaci di accettare tanti cambi di pensiero?
PB: io sono frastornato per adesso, quindi cambiamo argomento. Caitlin Clark, sportivo dell'anno secondo Time. Che effetto le fa?
Fabbricatore: lo stesso che fa a lei ed a molti altri spero. Super. Una donna che stravolge in meglio il mercato, il pubblico, gli affari. Nessuna sorpresa ovviamente che un ruolo del genere sia toccato una donna ma ancora una volta sono deluso dal fatto che Italia ed Europa non abbiamo fatto tagliafuori per questa palla al balzo. È antipatico ripetere le stesse cose ma è necessario che qualcuno capisca : salvo casi eccezionali, le ragazzine europee e quelle italiane in particolare, giocano a pallavolo oppure vanno al calcio. Sport che offrono esempi positivi sul tipo Clark. E soprattutto che sono facilmente visibili in TV. Il basket, anche quello maschile è nascosto nelle pieghe dei palinsesti e non c’è nemmeno un araldo che percorra le nostre vie per annunciare urbi et orbi che Dazn ha trasmesso in chiaro due partite l'ultima domenica, che la RAI trasmette le gare interne di Eurolega femminile di Schio e Venezia, che sempre sulla RAI c’è la A2 maschile. Queste cose vengono trattate come informazioni sensibili e quindi riservate alla nicchia di noi matti amanti del basket.
PB: A lei, ed a noi, non piacciono nemmeno certe telecronache…
Fabbricatore: Certo. Se la questione di una partita, o di un torneo deve rimanere alla stretta cerchia di iniziati, allora va benissimo usare terminologia americana e modi di dire da allenatori filosofi. Ma se vogliamo espandere la visibilità e la comprensione del nostro sport, dobbiamo ricorrere a chi, e ce ne sono, abbia la voglia di spiegare alla casalinga comune - le donne sono decisive nella scelta dello sport i propri figli - che cosa sta vedendo o sentendo, con un linguaggio che possa comprendere e trasferire in famiglia. La pallacanestro è probabilmente lo sport più televisivo che ci sia. Ma in Italia è trattata come se fosse una cosa da carbonari…
PB: intanto nel nostro campionati sono tornati gli esorcisti, che in poche ore cambiano una squadra…
Fabbricatore: ma mi faccia il piacere!! Mai visto un allenatore che in una settimana mette a posto le cose. Sono stato giocatore al massimo livello e dirigente al massimo livello e le dico: certe volte il cambio di allenatore è necessario perché non puoi mandar via quattro, cinque giocatori. Però quello che non mi piace è quando vedo dalla sera alla mattina facce diverse nei giocatori, atteggiamenti diversi. È chiaro che l'ultimo arrivato in panchina sia meglio accetto del penultimo, se non questo non veniva mandato via, ma quando si esagera è troppo. Gente che la sera camminava in campo, al mattino corre e salta? Lasciamo stare e diamo tempo ai subentrati di lavorare con calma per favore, senza giudizi apocalittici su chi è stato esonerato senza portare in Paradiso il nuovo occupante la panchina.
PB: Ultima questione per adesso. Diversi comportamenti delle nostre squadre in EL e nel campionato. Ancora con la storia che le due competizioni ad alto livello non si conciliano?
Fabbricatore: Milano ha due assetti tattici, uno per l’Eurolega uno per il campionato. Se da un lato questa cosa sembra vantaggiosa e necessaria, dall’altra può risultare un problema perché la squadra cambia di continuo ed è difficile trovare una eguaglianza di gioco e prestazioni. Roster troppo lunghi possono essere anche un freno. Bologna sembra avere il problema opposto: sono contati, ognuno sa quello che verrà chiamato a fare in coppa, nella quale finora ha pagato una certa leggerezza del roster, ed in campionato dove è lì con le prime. Voglio chiudere con un augurio – non solo di Buone feste a tutti, a Milano che sembra aver trovato la chiave per vincere in Europa. Se il crollo delle spagnole, l’incertezza delle turche, la vena ondivaga delle greche e delle tedesche dovesse proseguire, beh questo può veramente essere l'anno giusto per arrivare fino in fondo.