Trent'anni fa, l' Italia a Nantes tra polemiche, sanzioni e tanta gioia

(Mario Arceri) - Trent'anni fa, il 4 giugno, l'Italia conquistava il suo primo titolo europeo. Riviviamo con le cronache dell'epoca la splendida impresa degli azzurri di Sandro Gamba. Battuta la Jugoslavia al termine di un'autentica battaglia, l'Italia si trasferisce a Nantes, sede della fase finale, tra polemiche, sanzioni e, comunque, tanta gioia: il podio è a un passo.
E' giorno di riposo e di trasferimento, Abbandoniamo Limoges, la sua calda ospitalità, ma anche i fischi del suo pubblico (troppo recenti le polemiche per il match di Coppa Korac tra Bancoroma e Limoges con relativa moneta finita sul capo di monsieur Popelier, presidente dei francesI). Non ce ne siamo curati durante il torneo. Cinque partite, cinque vittorie, l'Italia ha sbancato Limoges alla maniera forte, non lasciandosi turbare dagli isterismi di Kicanovic.
Dopo 28 anni di amare delusioni, le ha suonate alla Jugoslavia, ne ha siglato la fine di un ciclo... durato quindici anni e caratterizzato da campioni grandissimi, ha preso il suo posto nella elìte del basket continentale. Ora, nella città di Jules Verne, concluderà la sua avventura.
Lungo il dolce panorama del Limousin e poi della Loira, spendiamo in pullman la mattinata andando a ricordi per la prima volta grati. L'ultima notte di Limoges l'abbiamo spesa con gli azzurri. Vino rosso pe brindare al'impresa. Galleani che mostra i segni sul viso e dice che per una medaglia sacrificherebbe volentieri anche... l'altro occhio.
C'era quasi compiacimento nel dire "Gliel'abbiamo date" e questo non a tutti suona positivamente. Abbiamo lasciato Limoges con brutte notizie, riferite alle iniziative del commissario Fiba, Leo Wandel, uno che non ci "ama" di certo e che si è arrogato diritti che non gli competono per regolamento.
Arrivati a Nantes ecco le sorprese. Prima di tutto il programma viene rivoluzionato. Urss-Spagna viene anticipata, Italia-Olanda si giocherà dunque il giorno dopo, ventiquattr'ore di respiro in più per i nostri, ma Diaz Miguel è furibondo ed annuncia che ritirerà la squadra, ma poi i dirigenti lo convincono a desistere da propositi così fieri. Poi le sanzioni. Grbovic viene squalificato per il resto del torneo: allo scoppio delle ostilità era stato sorpreso dalla gendarmeria con un paio di forbici in mano. Squalificato anche Galleani, colpevole di essere entrato in campo per dividere i contendenti ed essersi buscato un calcio in faccia. Squalifica per una giornata a Kicanovic e Gamba, per una giornata, ma con la condizionale, a Bonamico.
Incredibile e scandaloso. Wandel decide sulla base della registrazione televisiva, Vinci si scatena: "E' un provvedimento del tutto irregolare, adottato per la prima volta in una manifestazione internazionale. La commissione tecnica non ha questi poteri per tre motivi precisi: 1) nel referto arbitrale non c'è scritto assolutamente nulla; 2) la commissione tecnica non può adottare alcuna decisione se non in base ad un documento ufficiale; 3) non è scritto in nessun regolamento che la televisione possa fare testo".
Analizziamo le irregolarità e le prevaricazioni di Wandel: già durante la partita aveva imposto a Galleani di abbandonare il campo dopo la rissa. Il provvedimento doveva essere preso dagli arbitri, eventualmente, e costare all'Italia un fallo tecnico. La squalifica, seppure con la condizionale, di Bonamico viene attribuita per un fallo di gioco (la gomitata a Kicanovic) che gli arbitri non hanno visto o comunque non hanno ritenuto punibile.
Vinci aggiunge: "Abbiamo ricordato alla commissione tecnica che Kicanovic aveva già colpito con un pugno l'arbitro tedesco Metzger al termine di Jugoslavia-Spagna: ebbene, ci hanno risposto che, se avevano chiuso un occhio una volta, non potevano certo farlo una seconda volta!". E' mancata completamente una onesta valutazione ed una graduazione delle resonsabilità e delle colpe, l'iniziativa di Wandel mette in serio imbarazzo la Fiba.
Intanto la stampa francese si scatena su di noi: "Italia-Jugoslavia rissa da strada" dice L'Equìpe e Pierre Tessier scrive: "Tutto è cominciato quando Bonamico ha portato un colpo proibito al collo di Kicanovic".
E in Jugoslavia? Lo Sport scrive: "E' vergognoso che due squadre al vertice della pallacanestro mondiale si comportino così, Gli italiani hanno cominciato cercando il disordine, ma la colpa è degli jugoslavi che hanno accettato questa rissa". E Vecernye Novosti riconosce: "E' arrivata la fine della nostra fiaba. Gli italiani sono riusciti a provocarci con Bonamico, da quel momento la squadra jugoslava ha pensato solo a vendicarsi".
Trascorre così il giorno di riposo. Nantes è ben diversa da Limoges. Fredda e scostante, meno organizzata di Limoges. Gli azzurri non portano rancore. Solo Kicanovic rimane corrucciato in un magnifico isolamento, gli altri tornano subito amici. La rissa è dimenticata, tracce rimangono solo nelle carte bollate che accompagnano i ricorsi.
(da "L'oro di Nantes", di Mario Arceri, Master 2012)