I 75 anni di Dino Meneghin che si racconta: la chiamata in NBA, i trofei più importanti

I 75 anni di Dino Meneghin che si racconta: la chiamata in NBA, i trofei più importanti

Intervistato su vari quotidiani nazionali e locali, nel giorno del suo 75esimo Dino Meneghin ha ricordato il momento più significativo della carriera: "Partiamo dall'inizio, la mia prima esperienza a Varese, ricordo ancora quando Nico Messina mi invitò a giocare, tornai a casa con la borsa dell'Ignis, la misi sul tavolo orgoglioso di farla vedere ai miei. Poi, la chiamata di Peterson all'Olimpia, ero sul punto di smettere, mi ha cambiato radicalmente la carriera. Infine, la proposta di Tanjevic di fare da chioccia ai giovani di Trieste, ne sono stato orgoglioso".

Qual è il consiglio che Dino darebbe ad un giovane per diventare professionista? “Seguire la passione. Se il basket è ciò che ami, devi dedicarti anima e corpo. La chiave è la mentalità, allenarsi duramente con costanza. Non basta divertirsi, bisogna fare sacrifici. Oggi, come ieri, la passione è la base”.

Adesso Dino compie 75 anni: “Per natura non ho mai dato peso all'età, né quando avevo 20 anni né quando sono arrivato a 50. Vivo con assoluta serenità questi 75 anni, guardando con positività al futuro e senza rimpianti per il tempo che passa, che considero un dato di fatto. Ho avuto la fortuna di giocare per grandi società che hanno vinto molto, ovviamente Varese ma poi anche Milano, oltre alla Nazionale; la mia longevità ha aiutato ad essere più conosciuto di altri. Per me il basket era gioia: ho sempre adorato il gioco, non mi sono mai pesati i sacrifici del lavoro quotidiano. È la base del successo in qualsiasi attività: se ami e trovi gratificazioni in quello che fai, ti senti realizzato. Trofei ai quali sono più legato? Il primo scudetto con Varese nel 1969, seguito l'anno dopo dalla Coppa Campioni. In Nazionale, ovviamente gli Europei vinti nel 1983 e l'argento alle Olimpiadi 1980".

Nel corso della carriera, nel 1974, Meneghin aveva anche ricevuto una chiamata dai New York Knicks per sbarcare in NBA: “Menisco rotto, non se ne fece niente, fu già un onore, per quei tempi, essere stato preso in considerazione. Ancora oggi, se ci sono i Knicks in tv, un'occhiata la do. Ma mi è rimasto per sempre un grande punto di domanda: chissà come sarebbe andata. Vorrà dire che ci andrò nella prossima vita”.