: Vittoria Blasigh alla conquista della NCAA

Victoria uguale Vittoria. Ma anche Vicky. Comunque vincente. E’ così che all’Università di South Florida chiamano Vittoria Blasigh, classe 2004 da Latisana, Udine. E’ ai suoi primi mesi nell’ateneo di Tampa in Florida dove studia Business ed alle sue prime partite con la squadra delle Bulls. E sta andando decisamente bene.
“L’ambientamento – dice Vittoria a Pianeta Basket – non è stato facile ma per fortuna nella nostra squadra ci sono tante giocatrici europee e solo 3 americane, in più avendo passato un anno a Gran Canaria imparando lo spagnolo è stato facile capire come si può star bene. In casa vivo con due ragazze spagnole ed una che cambia a turno. Anche il coach, Josè Fernandez, è nato a Miami è americano ma con origini sudamericane. Insomma passato il primo periodo tutto sta diventando sempre più semplice”.
Lei è già un punto fermo della squadra, si aspettava in così breve tempo di essere a questo punto?
“Sinceramente no. Qui i ritmi sono molto più alti, si lavora tantissimo, in preseason abbiamo fatto molta corsa e tantissimi pesi come non ne avevo fatti mai. Ed io non amo i pesi. Il livello fisico-atletico è notevolmente più alto dell’Europa quindi ho dovuto lavorare molto e sto lavorando ancora tanto per migliorare ed essere sempre pronta. Ho avuto anche un po' di fortuna perché ad ottobre si è rotta il crociato una compagna che sarebbe stata la tiratrice principale della squadra e durante un’amichevole ho giocato molto bene così da quel momento il coach e le compagne hanno preso molta fiducia nelle mie capacità ed oggi sono contenta dei progressi che sto facendo”.
Com’è il livello della Conference nella quale giocate, The American?
“Rispetto alle Top 10 è più basso, noi dovremmo essere le migliori della nostra conference ma Charlotte e San Antonio lo sono altrettanto. Le prime sono fortissime perché sono piene di ragazze americane che hanno un’impronta fisica notevolissima. Noi siamo una squadra che gioca più all’europea quindi con più cose tattiche ma le altre giocano soprattutto uno contro uno e tutte ci tengono moltissimo a correre sempre ed a difendere forte”.
E quindi lei come fa a ritagliarsi spazio e tempo per il suo tiro da tre?
“Molto lavoro individuale per velocizzare la meccanica del tiro. Poi in una partita ho giocato da guardia e non da play ed il coach ha capito che potevo rendere meglio in quel ruolo e quindi ci sono giochi apposta per il tiro da tre. Non solo: io non sono una facile da allenare perché tendo alla perfezione e quando sbaglio mi innervosisco ed allora gioco peggio. Lui ha capito che in quei momenti urlarmi dietro o cazziarmi in modo pesante è controproducente ed ha trovato il modo di dirmi lo stesso le cose in modo che io capisca gli errori senza perdere la concentrazione. In più da un po' si allenano con noi dei ragazzi che ci aiutano ad alzare il livello fisico ed in particolare cercano di rendermi più difficile la ricezione della palla ed il conseguente tiro. Resta su tutto il fatto che in campo io mi diverto molto a giocare”.
Ci racconta la sua giornata tipo?
“Alle 7 del mattino si fa pesi…alle 9,30 c’è lezione fino alle 12.30 poi allenamento dalle 13 alle 15.30. Dopo si fa tiro, si va a casa e si cena verso le 19/19.30. Compiti e relax. Non amo guardare la tv così mi riposo stando con gli amici, facendo una passeggiata sulla spiaggia che è a 20 minuti da casa, o facendo shopping. La domenica è il momento nel quale riesco a finire i compiti perché qui gli esami sono più frequenti magari su meno cose ma appunto più spesso”.
Parliamo del campus e dell’arena dove giocate
“Il campus è bellissimo. E’ pieno di cose da fare, di sport da andare a vedere, di gente di tutto il mondo da conoscere, insomma non ci si può annoiare. L’arena a sua volta è bellissima anche perché il parquet è stato rifatto da poco dunque è perfetto, c’è la banda che suona prima delle partite, nei time out e nell’intervallo. E c’è sempre tanta gente che viene a vederci”.
Vittoria nell’intervista con il sito dell’Università ha detto che un po' le mancano gli affetti di casa
“Sì è vero mio papà e mia mamma. Loro mi hanno accompagnato qui all’inizio, poi mio papà è venuto qui per 4 giorni a Natale e torneranno tutti e due l’11 febbraio. Ho sospeso qualche amicizia in Italia per motivi ovvi, sentirsi non è facile con la storia del fuso orario. Ogni tanto sento Massimo Riga il mio ex allenatore e scambio qualche whatsapp con Luca Andreoli che mi ha allenato nell’U19 la scorsa estate. Però se c'è una cosa che mi manca tantissimo è il cibo italiano. Gelato e pizza da queste parti non sanno cosa siano. Ma dico di più: quando faccio la pasta ci metto un pò d'olio e mi guardano tutte come se fossi io quella strana, perchè loro ci mettono ogni tipo di salsa!”.
Quali sono i suoi obiettivi?
“Studiare, prendere la laurea e continuare ad allenarmi per diventare sempre più forte. Coach Fernandez mi ha detto che se continuo così potrò essere una delle scelte della WNBA. Esiste un sogno migliore?”.