LBA - Dopo la Virtus Bologna, la Segafredo si sgancia anche dal nuovo palasport

LBA - Dopo la Virtus Bologna, la Segafredo si sgancia anche dal nuovo palasport

La consistenza dei problemi finanziari di Massimo Zanetti - il Covid ha fermato completamente e/o rallentato l'attività dell'ottanta per cento dei suoi clienti per due anni, è bene ricordarlo, appena dopo che in borsa aveva realizzato il delisting della holding Segafredo - deve avere una certa rilevanza se, dopo aver chiuso la sponsorizzazione ciclistica e ceduto con formula triennale la proprietà della Virtus Bologna, adesso si sgancia anche dalla parte finanziaria della nuova arena per la pallacanestro, come apprendiamo stamani dal Corriere di Bologna.

Oggi vengono indicati anche ulteriori motivazioni di carattere finanziario, in quanto l'opera da 10.000 posti alla Fiera di Bologna vorrebbe accedere ai prestiti a condizioni favorevoli per progetti che sostengono obiettivi Ue erogati dalla Bei, Banca europea degli investimenti. Una formula vantaggiosa che può essere usata con più facilità da società come Bolognafiere che pur essendo private hanno la maggioranza delle azioni in mano pubblica piuttosto che da una joint venture che coinvolga oltre il proprietario dell'area Fiera anche la Segafredo e la Strabag, il costruttore dell'opera.

Alla Segafredo svincolata dall'impegno di finanziare la realizzazione dell'impianto - spesa di 55 milioni di euro - rimarrebbe più agevole alla fine del 2024, data in cui sarà pronto per l'apertura alle partite di pallacanestro, acquistare i naming rights dell'Arena e al club bolognese un affitto ventennale per l'utilizzo che aiuterà il progetto a presentare una sostenibilità economica che favorisce l'accesso al credito agevolato Bei. I tempi e i modi di realizzazione perciò non realizzeranno l'obiettivo di rendere la Virtus Bologna svincolata dal potere politico e capace di raggiungere l'autosostenibilità economica del club che pure si erano intravisti alla presentazione del progetto di Cucinella.