Italia - Alessandro Gentile, l'unico big rimasto a Sacchetti sulla strada della Cina

Italia - Alessandro Gentile, l'unico big rimasto a Sacchetti sulla strada della Cina

Niente big italiani dalla NBA, niente big dalla EuroLeague. Dell'Italia internazionale che fu a romeo Sacchetti è rimasto solo Alessandro Gentile, e perché rimasto vittima di una crisi lunga e travagliata, che lo sta vedendo rinascere - se a 26 anni appena si può dire - nella formazione spagnola dell'Estudiantes che per buona fortuna del Ct azzurro non gioca in queste settimane. Tornato al centro dell'attenzione, occorre che la gestione del personaggio sia fatta dal suo staff con una migliore applicazione rispetto al passato. E di quella dell'uomo ne parla lui stesso nell'intervista a Piero Guerrini di Tuttosport. Ecco qualche stralcio.

Lezione crisi Olimpia. Ho capito che a volte legarsi troppo è sbagliato. Il fatto è che purtroppo, nel bene e nel male io do tutto me stesso nelle situazioni. Ripeto, nel bene e nel male. A volte invece le emozioni vanno controllate, devono lasciare spazio all'aspetto solo professionale. Senza fare vittimismo, ho passato un periodo davvero molto difficile, sono tante le colpe ed è inutile rivangare. Certo che ne ho commessi io di enori, anche. Ma mi ha fatto molto male la fine del rapporto con Milano, il modo, io mi ero legato molto all'Olimpia, avevo investito a livello emotivo, la sentivo come una famiglia. Non è stato così.

Ungheria, Mondiali. E' una grande occasione e vogliamo sfruttarla, ce la siamo conquistata ed è un traguardo molto importante per noi e per il movimento. Ma non dobbiamo sottovalutare l'Ungheria, non si deve commettere questo errore. Anzi, abbiamo grande rispetto e sappiamo che non sarà una partita facile. Del resto queste qualificazioni durante la stagione sono strane, difficili da pronosticare. Anche il nostro gruppo cambia molto di volta in volta.

Sacchetti. I risultati parlano per Meo. L'aspetto più importante che lo caratterizza è che lui è stato giocatore e ha empatia, sa cosa dire, cosa passi nelle teste degli atleti. Conosce la pallacanestro e conosce anche le dinamiche del gruppo. Insomma, sa quello di cui i giocatori hanno bisogno.

Stagione vetrina per Alessandro. Sinceramente sono soltanto concentrato sul presente, voglio fare il meglio possibile all'Estudiantes e in Nazionale. Pensavo mi servisse un'esperienza all'estero e ha funzionato, però mai dire mai a un ritorno in Italia o a uno spostamento, io amo questo sport, mi è sempre piaciuto giocare a pallacanesùo e ormai sono dieci anni da professionista. Ma ho ancora 26 anni, insomma, mi aspetto ancora tante stagioni in campo. Sto bene 0 pollice della mano è a posto, tornerò a lavorare sul tiro da tre ma senza ossessione. L'importante è che io sia sereno e provi nuovo il piacer e di giocare. Mi diverto di nuovo con il basket. MI rivedrete a lungo.