A2 - Valtur Brindisi: difesa dura e transizione per travolgere Rimini
Contro Udine erano semplici messaggi, contro Rimini sono state le tavole della legge di Mosè sbattute sul tavolo con forza. La Valtur Brindisi ha travolto la capolista Rimini giocando una partita perfetta, preparata alla perfezione e ancora una volta con il contributo di tutti. Segnare 90 punti, con Mark Ogden, stella della squadra, rimasto a 0 punti, è un segnale importante di benessere fisico e mentale, ma soprattutto si fa sempre più strada l’impressione che la squadra si sia liberata di un peso e che i galloni da leader siano stati presi da chi ha sufficiente personalità e carisma per portarli. La Brindisi delle ultime due partite ha molti punti in comune con quella vista nelle primissime partite di precampionato, prima dell’arrivo di Bryon Allen, quando tutti erano stupiti dal gioco corale e dal ritmo elevato, non proprio il marchio di fabbrica di Bucchi. La partita contro Rimini è stata un monologo biancazzurro che ha sovrastato l’avversario in ogni fondamentale e in tutte le situazioni di gioco. Non c’è stato un solo momento in cui il vantaggio sia stato in dubbio, anzi, è andato sempre più incrementandosi fino al +35 finale. Andiamo a vedere le chiavi della partita.
LA DIFESA - Bucchi ha preparato la partita in modo magistrale, ordinando sin dai primi possessi una zona press a tutto campo che ha soffocato i portatori di palla riminesi. I romagnoli non sono mai riusciti a portare palla con facilità oltre la metà campo, con Robinson stritolato dalla pressione e Marini mai messo in condizione di avere la palla in mano o di uscire dai blocchi. In generale non è mai stato concesso di eseguire velocemente i giochi ordinati da coach Dell’Agnello, anche perché Bucchi ha continuamente alternato tutte le difese del suo playbook, così si è passati dalla zona press a quella match up, dalla difesa a uomo alla zona mista. Altro accorgimento importante è stata la difesa su Robinson. All’andata l’americano (21+7+6) aveva letteralmente distrutto Calzavara, così ieri Bucchi gli ha francobollato addosso Brown e, sui pick’n roll ha scelto sempre di cambiare con De Vico o con Ogden che lo hanno sempre tenuto a bada, oscurandogli il canestro e non mettendolo in condizione di cavalcare il suo letale jumper dalla media. Proprio i continui cambi difensivi e l’aggressione sulle linee di passaggio sono stati chiave per mandare nel caos l’attacco riminese, senza contare la grande lucidità di giocatori come De Vico e Arletti, che, ogni volta che Camara e Johnson provavano a cercare di usare il fisico in post per sfruttare il mismatch, hanno prontamente “tolto la sedia” e recuperato palla, invece di cercare il fallo come spesso si fa in certe occasioni. Il pitturato di Brindisi è stato quasi del tutto inaccessibile anche grazie all’abilità di Brown nel leggere i tagli backdoor e sulla linea di fondo. In conclusione Rimini è stata costretta a cercare tiri pigri da tre punti con scarsissimi risultati, soprattutto nel secondo tempo.
L’ATTACCO - Una difesa del genere non può far altro che generare quella transizione che finora tanto è mancata all’attacco brindisino, quindi punti facili, veloci e tiri molto spesso aperti. Inoltre si è riproposto il fil rouge della partita contro Udine, ovvero giocatori sempre in movimento, palla che non si ferma mai e ricerca continua dei tagli e degli up&down per muovere la difesa. Vildera e Del Cadia sono stati meravigliosi. Il primo con una grande presenza a rimbalzo, facendosi sempre trovare pronto sugli scarichi durante le penetrazioni dei piccoli e muovendosi continuamente liberando il pitturato; il secondo (15+6) ha invece beneficiato del movimento dei compagni e ha sfruttato al massimo l’area sgombra e la libertà di prendersi un 1vs1 senza preoccuparsi di eventuali raddoppi. Se si sapeva che Vildera è uno dei migliori lunghi italiani per la categoria, l’evoluzione di Del Cadia lascia quasi senza parole. Arrivato che faceva fatica a mettere la palla a terra, adesso legge situazioni di gioco e si affida a una tecnica difficilmente immaginabile fino a qualche mese fa. Ogden ha chiuso la partita con zero punti, ma è stato fondamentale per scavare il solco. Così come a Udine si è andato spesso a prendere la palla fuori dalla linea dei tre punti, liberando l’area e agendo da perno offensivo. Impossibile poi non notare i continui conciliaboli con De Vico per gli aggiustamenti difensivi e offensivi, giusto a dimostrare ulteriormente chi sono i leader della squadra. Oggi gli è mancato il tiro, ma non tutto il resto. Infine una menzione per Isiah Brown. Il ragazzo si è inserito alla grande, ha capito perfettamente il suo ruolo in attacco, non ferma mai la palla, ma sa prendersi le sue responsabilità. Un esempio? Quando Dell’Agnello ha ordinato la zona nel terzo quarto, lui e Radonjic sono stati fondamentali nell’attaccarla mettendo triple importanti. In generale la cosa che più è piaciuta è stata la continua ricerca del compagno, senza mai accontentarsi della prima opzione. Più volte si sono visti Brown, De Vico o Calzavara, rifiutare un buon tiro con spazio, ma senza presenza a rimbalzo, denotando una lucidità mentale inaspettata. Brindisi ieri, come detto da Bucchi in conferenza stampa, si è divertita e ha fatto divertire anche il numeroso pubblico accorso al PalaPentassuglia.
CALENDARIO DURO - Se a Udine si è vista una rondine, contro Rimini se n’è vista un’altra, ma per capire se la primavera è arrivata saranno probabilmente decisive le prossime due sfide. Orzinuovi viene da 7 sconfitte consecutive, ha perso male anche a Livorno, ma il presidente Mascio ha deciso di richiamare Franco Ciani, maldestramente esonerato qualche settimana fa. C’è da stare molto attenti, perché sono le classiche partite che possono essere vinte anche solo con l’orgoglio. Dopo la trasferta in terra lombarda, il PalaPentassuglia accoglierà invece la Fortitudo Bologna, reduce da 6 vittorie consecutive e ormai plasmata a immagine e somiglianza del suo allenatore (solo 57 punti concessi a Cantù). La fisicità degli esterni fortitudini sarà difficile da arginare ed è probabile che Bucchi non riesca a riproporre la stessa difesa vista contro Udine e Rimini. Come si suol dire…se sono rose fioriranno, ma intanto si vedono crescere i primi boccioli, sperando che non arrivi la classica gelata a rovinare tutto.