Kobe Bryant, sono 5 anni dalla scomparsa. Era il 26 gennaio del 2020

Kobe Bryant, sono 5 anni dalla scomparsa. Era il 26 gennaio del 2020

26 gennaio 2020. Ci vengono ancora i brividi a pensare a quei minuti nei quali abbiamo dovuto riportare quanto stava accadendo oltreoceano. "Kobe Bryant è morto, coinvolto in un incidente in elicottero". Ancora oggi è difficile crederci, eppure sono passati già cinque anni. E per chi ama la palla a spicchi, ma lo sport in generale, è difficile scordarsi anche dove si trovasse in quei esatti momenti. Quella sera insieme alla figlia Gianna erano diretti a un torneo alla Mamba Sports Academy di Thousand Oaks, a circa 82 miglia di distanza dalla casa dei Bryant a Newport Beach. L'amore di Gigi per il gioco e il talento promettente erano serviti da ponte per tornare al basket per Kobe, che si era ritirato nel 2016. Una leggenda che cresce in Italia, mentre il papà Joe Bryant - che è scomparso il 15 luglio 2024 - giocava prima con Reggio Calabria, poi con Pistoia e infine con Reggio Emilia, dove era tornato nel 2016. «Perché sono così legato a Reggio? Perché ho tantissimi ricordi speciali. Qui potevo girare in bici, andare a mangiare un gelato con i miei amici. Sensazioni bellissime. Quando stavamo arrivando, poco fa, ero in auto e dicevo, con i miei accompagnatori: avreste mai pensato che uno dei migliori giocatori della NBA potesse crescere qui? Non c’è niente di più lontano da Los Angeles. Vuol dire che ogni sogno è possibile». Nel gennaio 2021, esattamente un anno dopo l'incidente, il Comune di Reggio Emilia inaugurò il Largo Kobe e Gianna Bryant vicino al Pala Bigi di Via Guasco, casa della Pallacanestro Reggiana.

Kobe Bryant, la carriera e la "Mamba Mentality" - La dedizione e la sua mentalità vincente sono stati elementi che spiegano perché il giorno della sua morte non è solo uno sport a fermarsi. Kobe è stato l'esempio dell'ossessione, in grado di ispirare milioni di persone in tutto il mondo a fare sempre meglio. E non stiamo parlando solo di sport. Soprattutto a quei livelli. Un'icona e un punto di riferimento al di là del suo palmares, che racconta di 5 campionati NBA, 2 ori olimpici, 1 premio di MVP della Stagione NBA e persino un Premio Oscar per il 'Miglior cortometraggio d'animazione' , vinto nel 2018 grazie al suo documentario intitolato "Dear Basketball". Nella NBA ci entra nel 1996, appena 13esima scelta dai Charlotte Hornets. I quali lo scambiarono subito, dopo pochi giorni, ai Lakers per Vlade Divac. A Los Angeles resta per 20 anni, 1346 partite di stagione regolare, 220 quelle ai playoff che vince nel 2000/2001/2002 e poi ancora nel 2009 e 2010.