Dan Peterson: "La rimonta sull'Aris Salonicco nei quarti il ricordo più bello"

Dan Peterson ha pubblicato il suo ultimo libro, “La mia Olimpia”, scritto con Umberto Zapelloni, che racconta molte storie sulla Milano che ha allenato tra il 1978 e il 1987 con una grande collezione di vittorie e titoli, più uno stint nel gennaio 2011 concluso dalla sconfitta in semifinale playoff contro la Pallacanestro Cantù. Ha raccontato alcuni passaggi dell'opera in una intervista pubblicata oggi sulle pagine de “La Repubblica”,
Un ricordo su tutti a cui è più legato? “Non ho dubbi: la rimonta sull'Aris Salonicco nei quarti di Coppa dei Campioni 1986-87. Venivamo dal -31 in Grecia. Quella sera sentimmo una spinta incredibile del Forum. Vincemmo 83-49. E alla fine avremmo sollevato la Coppa. Bob McAdoo mi racconta che quella è stata la serata più incredibile della sua carriera. E lui ha lasciato strati di pelle sul campo da basket. Il quintetto ideale? D'Antoni, McAdoo, Premier, Meneghin. Per il quinto scelgo Gianelli. Ma avrei potuto dire anche Carroll, Carr, Pittis”.
Il segreto di quell’Olimpia qual era? “Uno staff formidabile e un presidente come Gianmario Gabetti, che ebbe il coraggio di prendere l'Olimpia e di non mollarla dopo il crollo a causa della neve del Palazzetto di San Siro, nel 1985. Non ci siamo mai sentiti soli. Mi sono sempre ritenuto in debito con lui alla milionesima potenza”.
Peterson ha poi raccontato di essere stato contattato nel 1987 per allenare il Milan: “ Berlusconi voleva per il Milan qualcosa di rivoluzionario, una persona fuori dal calcio, un motivatore. Chiese informazioni a Bruno Bogarelli, che era anche mio manager. E lui gli disse: "Peterson potrebbe dirigere anche un night". Per dire che avrei potuto fare qualunque cosa. Dissi: "Finita la mia stagione, a bocce ferme, si può fare tutto". Poi presero Arrigo Sacchi. A Galliani ancora oggi dico, scherzando, "avete sbagliato tutto". E a Sacchi, che non è famoso per il suo senso dell'umorismo: "Arrigo, che fortuna che hai avuto". E lui: "Non smetterò mai di ringraziarti".
Peterson tornò in panchina nel 2011 per allenare l’Olimpia a 75 anni: “Una parentesi bellissima per la quale ringrazierò sempre Giorgio. Fu come ritrovare la strada di casa. Ne parlo anche nel libro, nato dalla stessa esigenza di Orwell: si scrive per essere storici di sé stessi”.