NBA - I Miami Heat e la strana maledizione del terzo quarto
Dall'inizio della stagione succede una cosa strana agli Heat: si festeggia all'intervallo, poi si rimane delusi alla ripartenza. A Miami stanno soffrendo infatti nell'esito dei terzi quarti, e in proporzioni problematiche. La franchigia della Florida ha perso lunedì su un canestro poco prima della sirena di Domantas Sabonis. Ma il presupposto alla sconfitta è stato nel fallimento offerto nel terzo quarto vinto 37-17 dai Kings. E il male sembra piuttosto profondo quanto ricorrente.
Nelle tre sconfitte di questa stagione, gli Heat hanno mancato totalmente il ritorno dagli spogliatoi: 39-18 per i Magic nella prima partita, persa di 19 punti, 35-22 per i Knicks in una sconfitta di nove punti. E così questo terribile -20 lunedì, prima di perdere per un piccolissimo punto. Anche la vittoria contro Detroit era stata sinonimo di un periodo di siccità come questo, con un terzo quarto vinto 26-14 dai Pistons, prima che i giocatori di Erik Spoelstra vincessero finalmente...
Le cifre con i Kings danno ragione all'analisi di Spoelstra che afferma: vinciamo tre quarti su quattro ma perdiamo le partite. +3 nel primo quarto, +10 nel secondo e +6 nel quarto, Miami ha controllato la partita per la maggior parte della partita. Con l'eccezione di questo maledetto terzo quarto, che si è concluso con 6/20 al tiro di cui 1/8 dalla distanza, due piccoli assist o un deficit di sei rimbalzi in 12 minuti. Una colpevole mancanza di aggressività, che ancora una volta è costata cara.
Il "Net Rating" di Miami (differenza tra punti segnati e subiti per 100 possessi) in casa nel terzo quarto è stato addirittura leggermente positivo (+0,5) la scorsa stagione. In questa stagione, tuttavia, è -16,5. Il problema è che i giocatori in campo sono gli stessi! Una possibile spiegazione? Il Kaseya Center è stato teatro di molte cerimonie che hanno allungato gli intervalli: tra l'inaugurazione del campo in nome di Pat Riley, un omaggio a Dwyane Wade, un cenno alle medaglie olimpiche riportate da Bam Adebayo e Nikola Jovic. Forse i giocatori si sono distratti...