Virtus Bologna: l'arena da 12.000 posti per impressionare EuroLeague
"Il Palasport è il mio cruccio, ci andiamo dietro dal 2019." Ieri si esprimeva così Massimo Zanetti aldilà delle schermaglie societarie più o meno paventate dalla stampa e dai rapporti personali, spiegando dove passa veramente il futuro di una Virtus Bologna che, dopo aver recuperato in questi anni l'EuroLeague, deve compiere ulteriori passi per rimanerci dentro a pieno titolo, sia che prenda il sopravvento il partito che vuole mantenere indipendnte l'ECA, sia che vinca quello che si sta accordando con la NBA.
Il Resto del Carlino stamani indica che la prossima mossa del proprietario sarà quella di rendere permanente la disponibilità dei 12.000 posti per le gare continentali che la pur efficiente Unipol Arena di Casalecchio non ha. E quindi si ritorna in Fiera, con due possibilità a riguardo: accelerare la costruzione della nuova Arena - le carte finanziarie e societarie in EuroLeague si giocheranno tra la primavera e l'estate del 2026 - o mantenere la struttura provvisoria nel padiglione 37 ma senza quello sgombero temporaneo per lo svolgimento dell'EIMA, fiera agricola, che sta diventando un incubo.
Un contratto di utilizzo ventennale diventa fondamentale per reggere la concorrenza di avversarie che trovano nel numeroso sostegno del pubblico (Zalgiris, Stella Rossa, Partizan, ma anche le ricche Olympiacos e Panathinaikos) la linfa economica per sostenere i costi di squadre che inevitabilmente si alzano di anno in anno, sospinti indirettamente dal CBA della NBA e dalla diminuzione di arrivi di talenti da oltreoceano e dalla precoce partenza di prospetti verso la NCAA. E nel frattempo stabilire se i naming rights del nuovo impianto saranno assegnati alla Segafredo, o alla Unipol o ad altri.