Caos Pistoia, Saccaggi: «Il nostro Scudetto è resistere. A Napoli partita storica»

Lorenzo Saccaggi ha guidato l'inaspettata vittoria del Pistoia Basket a Napoli domenica. Massimo in carriera con 16 punti, il giocatore ha parlato a Fabrizio Fabbri sul Corriere dello Sport. «Le condizioni che si sono create hanno fatto si che avessi più minuti e responsabilità. Abbiamo sconfìtto Napoli a domicilio, una vera impresa sportiva se si pensa a tutto ciò che stiamo passando. È stata una partita storica, perché su di noi non avrebbe scommesso nessuno. Il merito è veramente di tutti. Già essere partiti per andare a giocare sotto il Vesuvio, viste le tante voci che si sono rincorse e si rincorrono in questi giorni, è stato un successo. Viviamo alla giornata, non può essere altrimenti, sperando che il club arrivi alla fine della stagione (di ieri un comunicato rassicurante della società ndc). Perché questo deve essere lo scudetto di Pistoia. Non privare la città e i suoi splendidi tifosi della squadra del cuore», ha esordito Saccaggi.
Nessuna voglia di mollare - «La situazione, inutile nascondersi, è complicata. I tifosi hanno paura e hanno sfogato la gioia lanciando un chiaro messaggio: Pistoia Basket deve vivere. Non importa se sarà ancora massima serie o se si partirà da un gradino più in basso. La gente vuole ancora sognare di tifare per il biancorosso. Come andremo avanti? Concentrandoci su noi stessi e ricevendo energia dalla nostra gente e da chi ci sta vicino. Quando prepariamo la borsa per andare al Palazzo per un allenamento non sappiamo chi e cosa troveremo. Questa situazione di incertezza non consente di lavorare bene e logora. Servirebbe tranquillità, ma questa non è che non l'abbiamo oggi, non è mai esistita da quando questa estate è iniziata la stagione con la nuova proprietà. In un mondo ideale il giocatore deve fare il giocatore, l'allenatore deve fare l'allenatore e il presidente deva fare il presidente. A Pistoia questo non è successo».
Gli italiani e gli stranieri rimasti - «Ci siamo presi le nostre responsabilità. Ma lo hanno fatto anche i tre Usa che sono rimasti. Spesso i giocatori americani vengono dipinti male, quasi come mercenari. Paschall, Cook e Forrest hanno moltiplicato gli sforzi per dare il loro contributo al successo di Napoli. Ma ci sono stati altri protagonisti. Nascosti, perché non li vedete in campo. Sono tutti i dipendenti e i collaboratori che con noi vivono questo terribile momento e, nonostante tutto, ci consentono di andare avanti».