Sassari, Markovic duro: «Non siamo in grado di capire cosa ci voglia per vincere gare»
Sconfitta casalinga per la Dinamo che non riesce a dare continuità ai successi contro Treviso e Cremona, perdendo al PalaSerradimigni con Varese 86-81. Dopo un buon approccio, il Banco si spegne offensivamente (25 punti in due quarti), Varese con il suo talento e i cambi difensivi cambia la partita e opera il break nel 3° quarto. Sassari va sempre di rincorsa e non riesce trovare alternative in attacco a Bibbins (20 punti e 8 assist) e Fobbs (26 punti). Il Banco non ha continuità e spreca l’occasione di dare seguito alla striscia positiva. Così coach Nenad Markovic: “Sono deluso, Varese è una squadra che gioca per segnare, per attaccare, ho parlato una settimana di difesa, di quello che dovevamo fare per fermarli, per come essere duri e aggressivi contro di loro, non abbiamo fatto niente di tutto questo. Mi prendo tutta la responsabilità come coach, probabilmente non sono riuscito a trasferire l’importanza del match e quello che dovevamo fare. Sbagliamo cose per mancanza di concentrazione, per superficialità, non abbiamo fame di vincere, di competere, di preparargli al meglio. Tanti falli, tanti errori sul pick and roll, troppa individualità".
Si pente di non aver utilizzato di più il quintetto small-ball. “Abbiamo cercato di abbassare il quintetto per riuscire ad attaccare meglio, di essere più aggressivi, ma abbiamo commesso tanti errori banali, tanti errori da sotto, penso che questa squadra come l’anno scorso non riesca a vincere una partita importante per qualcosa, come nella passata stagione quando scarichi e senza energia abbiamo perso sempre con Varese e Pesaro. Non siamo in grado di capire cosa ci voglia per vincere gare come questa, non riesco veramente a non vedere quello che facciamo in allenamento, tutto è chiaro, poi andiamo in campo e facciamo male. Abbiamo giocato molto meglio contro Tortona e Bologna pur perdendo, l’unica soluzione è chiudersi in palestra, testa bassa”.
Mancanza di personalità. “L’energia non è solo tirare e giocare 1vs1, ci vuole che si facciano altre cose, rimbalzi, palle recuperate, difese, solo Renfro in alcuni momenti ha fatto questo, ci vogliono anche le guardie. Ho detto tutta la settimana che c’era un giocatore che tirava anche da sette metri, non è questione di talento ma preparazione mentale, abbiamo giocato due quarti con due falli, tutti prendono confidenza e poi buttiamo la partita, uguale allo scorso anno”.