Derrick Rose commosso fino alle lacrime dalle parole di Joakim Noah
Derrick Rose è stato il filo conduttore di una serata che, a livello sportivo, si è conclusa con una grande vittoria dei Bulls sui Knicks, fin dal suo arrivo tenendo una rosa in mano. All'intervallo di questa partita, i tifosi di casa hanno potuto rituffarsi nei ricordi dell'ultima gloriosa era della franchigia. Anni in cui il più giovane MVP della storia (2011) ha entusiasmato una città – la sua città natale – e l'intero mondo del basket. Una sorta di "cometa di Halley" come lo descrive il commentatore ed ex giocatore dei Bulls Stacey King, tracciando un parallelo tra Rose e il suo ex compagno di squadra Michael Jordan, con il quale ha vinto la prima tripletta della franchigia. I Bulls di Derrick Rose, d'altra parte, non sono mai andati oltre le finali di conference. Ma le sette stagioni del playmaker a Chicago, nonostante i tanti infortuni e quindi la frustrazione, hanno lasciato un segno indelebile. Rose ha visto questa cerimonia come un modo per "ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa storia, a questo viaggio, nel buono, nel brutto, nel male, si tratta di celebrare tutti".
Presente al centro del palco insieme a Stacey King e all'altro commentatore Neil Funk, Joakim Noah è stato parte integrante di questa epopea "D-Rose" a Chicago. Energico e intimo, il suo discorso farà piangere il suo ex compagno di squadra. "La speranza è un'emozione potente. Lo dai alle persone ogni giorno. L'hai dato ai tuoi compagni di squadra perché sapevamo di avere il miglior giocatore in campo ogni sera. Hai dato speranza ai tifosi perché sapevano che stavano guardando il giocatore più emozionante in assoluto ogni sera", ha detto il francese, aggiungendo: "Non sei solo l'MVP, sei il campione del popolo."
Allenatore della squadra avversaria della serata, e soprattutto compagno di viaggio di Derrick Rose a Chicago, ma anche in Minnesota e New York, Tom Thibodeau può testimoniare l'indice di gradimento verso il suo ex giocatore. "È probabilmente il giocatore più amato del campionato da tutti. Dico sempre che la vera misura di un uomo è il modo in cui affronta le avversità. E nessuno lo ha fatto meglio di lui. Non si è mai lasciato sconfiggere. Ha sempre trovato il modo di rialzarsi e sono entusiasta per lui, per la carriera che ha condotto. Non ho dubbi che sia un Hall of Famer", afferma il coach dei Knicks, che ricorda la "paura" e il "rispetto" che generava sugli avversari.
Il futuro dirà se il suo ex campione vedrà aprirsi per lui le porte del Pantheon. Nel frattempo, avrà l'onore di vedere ritirata la sua maglia la prossima stagione. Sarà solo il quinto giocatore nella storia della franchigia ad essere onorato, dopo Jerry Sloan (4), Bob Love (10), Michael Jordan (23) e Scottie Pippen (33). "Grazie Chicago per avermi costretto a essere grande, per aver posto quelle aspettative su di me, senza rendermi conto che stavo anche cercando di essere grande per tutto questo tempo, e che non conoscevo l'ambiente in cui mi trovavo che mi stava costringendo a farlo. Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito da quando (college), durante gli infortuni, un MVP, le sconfitte o le vittorie dei playoff, grazie".