EuroLeague - Un Real Madrid al completo attende l'Olimpia Milano

Pablo Laso, il coach del Real Madrid, due volte vincitore dell’EuroLeague, ex playmaker di fosforo, visto un anno anche a Trieste con Cesare Pancotto in panchina, ha centrato il punto nella sua presentazione della gara: per la prima volta in questa stagione, ha a sua disposizione tutti i 16 giocatori del roster. Gustavo Ayon, il centro messicano esploso a Fuenlabrada da ragazzino e poi tornato in Spagna nel 2014 dopo una parentesi nella NBA, era considerato in dubbio, domenica scorsa non era andato in campo contro Manresa in campionato, ma ha recuperato. Così Anthony Randolph, l’ala che nel fisico e nei movimenti ricorda il grande Kevin Garnett, anche lui a riposo qualche giorno. Pablo Laso varcherà i cancelli del WiZink Center, l’arena che il Real Madrid occupa per le sue gare casalinghe, con un problema di abbondanza da risolvere: chi resterà fuori dai 12? Uno dei candidati, l’ala Santi Yusta, domenica scorsa è stato il top-scorer del Real. Il tiratore sloveno Klemen Prepelic è Campione d’Europa in carica con la sua Nazionale slovena. Sono stati recuperati anche l’americano Trey Thompkins, giù brillante nelle ultime uscite, e Ognjen Kuzmic, il serbo che è stato anche nella NBA. Fu il suo infortunio un anno fa a spingere il Real sul mercato da dove pescò il gigante di Capo Verde, Walter Tavares, scoperta delle giovanili di Gran Canaria poi volato nella NBA e tornato in Spagna per consegnare a Coach Laso la sua più devastante arma difensiva in circolazione in Europa, un vero muro che copre il canestro, chiude gli spazi, ostruisce la visuale e segna senza saltare, tanto è alto, coordinato e con braccia lunghe.
La situazione è questa, ma per il Real Madrid sarà anche una serata storica: Felipe Reyes, uno dei membri della generazione d’oro (quella che ha prodotto un titolo Mondiale, due argenti e un bronzo olimpico), diventerà il leader di tutti i tempi di presenze in EuroLeague: ne ha 341 come Juan Carlos Navarro. Contro l’Olimpia toccherà quota 342, primo di ogni epoca. E’ già il primo rimbalzista della competizione e il terzo realizzatore, con il mirino sulla soglia dei 3.000 punti segnati che supererà prima della fine della regular season. Reyes ha 39 anni, ma è un miracolo di longevità, caratteristica che accomuna tanti giocatori spagnoli della sua era. Ha la stessa età di Pau Gasol, che è ancora nella NBA, a Milwaukee, a competere per un titolo. Navarro si è ritirato alla fine della scorsa stagione. Calderon gioca ancora nella NBA. Rudy Fernandez, 34 anni, è ancora una delle migliori guardie-ali d’Europa. Di tutti questi, Reyes è stato l’unico a non aver mai attraversato l’oceano per cimentarsi nella NBA. Questione di caratteristiche tecniche e ancor più atletiche. Ma ha vinto tantissimo: il suo fratello maggiore, Alfonso, lo portò all’Estudiantes dove ha debuttato in campionato e in Nazionale. Poi il Real Madrid, come fece anche con Sergio Rodriguez, andò a prenderselo facendone una delle star della squadra per oltre 15 anni. Addirittura nel 2015, a 35 anni, è stato nominato MVP della Liga e primo quintetto di EuroLeague. Impressionante.
Ci sono state tante storie come questa ad accompagnare l’Olimpia a Madrid, volo charter decollato da Malpensa alle 17, dopo l’allenamento. Potremmo persino dire che, come Laso, anche Simone Pianigiani ha allenato la squadra al completo, ma nella realtà un assente c’è ed è Arturas Gudaitis. Arturo è a Milano a seguire il proprio percorso riabilitativo, un progresso dopo l’altro, un passo dopo l’altro. Sull’aereo ci sono gli altri centri: nessuna coppia di lunghi preoccupa più del duo Ayon-Tavares che assieme hanno oltre il 70 % di realizzazione dal campo. Kaleb Tarczewski ha speso i 105 minuti del volo studiandoli al video. Magari questo aiuta, anche se persino lui accanto a Tavares sembra piccolo. L’unica vittoria di Milano a Madrid risale al 2004 ma era Uleb Cup. In Coppa dei Campioni o EuroLeague non ha mai vinto in trasferta contro il Real. In assoluto la striscia adesso ha toccato le 11 gare. Nel 1967 la finale di Coppa dei Campioni si giocò proprio a Madrid e l’Olimpia detentrice del trofeo andò vicinissima all’impresa. Chi vide quella partita lontanissima parla ancora oggi di beffa, di sconfitta immeritata, di arbitri. Erano davvero altri tempi. Il Real però tra le grandi d’Europa c’è sempre stato. E in questi anni ha sempre avuto un enorme talento a disposizione.
A ottobre, prima della gara di andata, un giornalista del Wall Street Journal, Ben Cohen, intervistò Mike James e Sergio Llull. Il tema: sono i due giocatori che più di altri hanno scelto l’EuroLeague piuttosto che la NBA. Llull in questi giorni è stato seguito dal general manager dei Rockets, Daryl Morey. Non ha ancora rinunciato all’idea di convincerlo, né si è mai disfatto dei suoi diritti. Se andrà nella NBA, lo farà a Houston, con Mike D’Antoni come allenatore. Quest’anno condivide la regia con il peperino Facundo Campazzo che è un grande giocatore ma contro l’Olimpia sembra avere un fatto personale. Lo scorso anno a Milano dominò con i passaggi, quest’anno con i canestri da lunga distanza incluso quello che di fatto ha consegnato al Real la vittoria al Forum.
L’Olimpia si è allenata alle 13 a Milano, ha toccato terra alle 19.15 circa a Madrid – 14 gradi e il sole ancora alto – e si è presentata in hotel circa un’ora dopo, all’Hesperia, 15 minuti di camminata di distanza dal Santiago Bernabeu, il monumento del calcio madridista, il tempio del Real. La trasferta è una sorta di “mordi e fuggi”, visto il doppio turno previsto dal calendario, il quinto e ultimo della stagione. La squadra rientrerà nella notte da Madrid, per potersi allenare giovedì a Milano in vista della gara di Desio con il Panathinaikos che nell’economia della classifica conta molto di più. Complice la capienza dell’impianto brianzolo, siamo già al tutto esaurito, con botteghini chiusi. Sul pullman, i cellulari si dirigono sul finale di Efes-CSKA e si fa in tempo a vedere l’ultimo canestro, quello decisivo, di Cory Higgins. Durante la cena (paella di verdure, pollo, prosciutto crudo di Serrano, pasta integrale), si seguono altre due gare, la prima parte di Olympiacos-Bayern con forti implicazioni di classifica, e la disperata resistenza del Buducnost a Istanbul. Sveglia alle 9.15 domani e un’ora il trasferimento per l’ultimo allenamento prima della gara con il Real.