Brescia, Maurice Ndour: "Porto quello che un giocatore vincente deve portare alla sua squadra"

Brescia, Maurice Ndour: "Porto quello che un giocatore vincente deve portare alla sua squadra"
© foto di Doniselli/Ciamillo

Determinante nel successo della Germani Brescia sulla Umana Reyer Venezia con 16 punti, 7 rimbalzi, 2 stoppate e 27 di valutazione, il lungo senegalese Maurice Daly Ndour è stato protagonista della rubrica LBA “5 domande a...” su legabasket.it
Un'altra grande vittoria nell'ultimo weekend di campionato che conferma l'ottimo status e la grande stagione di Brescia. Quali sono le tue impressioni a riguardo?
Sì, una vittoria davvero importante contro una delle squadre più in forma del campionato. Sinceramente penso che niente sia fuori dalla nostra portata se continuiamo a credere in noi stessi, se ci impegniamo e se proseguiamo con tutto il lavoro che abbiamo fatto fin ora. La partita contro Venezia penso abbia mostrato a trecentosessanta gradi la nostra resilienza e la nostra volontà di competere, già solo questi due aspetti possono portarci davvero tanto lontano nel nostro cammino. Il resto arriverà se continueremo a lavorare come abbiamo fatto, se andremo a eliminare gli errori che ci sono costati alcune partite e se limeremo quei piccoli dettagli utili per vincere partite come quella di domenica.

Attualmente, state occupando la prima posizione in classifica insieme a Trapani e Virtus Bologna: cosa ne pensi del cammino che avete fatto e quali sono le tue aspettative in questa marcia verso i play-off?
Onestamente non ho guardato molto alla classifica in generale, alle squadre che stanno in vetta con noi o a quelle che stanno dietro, pertanto non mi sono creato aspettative vere e proprie sulla probabile avversaria ai play-off o in quale posizione chiuderemo la regular season. Io penso che concentrarsi su qualcosa che non è ancora accaduta e prepararsi per qualcosa che in concreto deve ancora arrivare non significa nulla. Devi essere sempre la squadra più preparata, la più concentrata, quella nella miglior condizione possibile e devi avere i giocatori più pronti; queste sono le uniche cose che aspetto da me e dai miei compagni in questa marcia verso i play-off.

Sappiamo di come coach Poeta ti volesse avere a roster, questo proprio grazie alle qualità tecniche e umane. Cosa pensi di aver portato alla squadra e qual è il tuo rapporto con i compagni e con l'allenatore?
Ho portato tutto quello che un giocatore dalla mentalità vincente deve portare a una squadra, oltre alla competitività, alla versatilità, alla grinta, alla leadership e a quella elasticità che ti plasma in un profilo utile per essere tutto ciò che l'allenatore chiede e che può essere d'aiuto per cambiare una partita. Il mio rapporto con coach Poeta e con i miei compagni è straordinario; la ragione principale però arriva dal coach, perché è stato lui a creare quell'atmosfera, quella cultura e quel rapporto di amicizia nello spogliatoio che ti permette di alzarti al mattino e andare a lavoro felice, perché tutto sembra più facile. È bellissimo avere un gruppo di compagni composto da tante bellissime persone, perché rende l'esperienza ancor più meritevole di essere vissuta. Mi piace molto andare in palestra e sapere che lì troverò i miei compagni e tutto lo staff.

Ci racconteresti qualcosa riguardante il Senegal e l'infanzia trascorsa nel tuo paese? Quali erano i tuoi sogni da bambino?
Il Senegal è incredibile, è bellissimo, è caldo e ospitale; offre alcuni dei migliori cibi di tutta l'Africa occidentale. La mia gente è amorevole, intelligente e molto creativa. La mia vita a casa non è molto diversa da quella che sto vivendo a Brescia, cambiano solo alcune delle attività che svolgo nel tempo libero. Mi puoi trovare sempre in mezzo alla natura, in qualsiasi posto io sia, quella è la mia casa: al mare, in montagna, nella foresta o nei parchi, voglio sempre godermi al meglio l'ambiente che mi circonda. In Senegal, in particolare, mi piace girare per tutto il Paese, esplorare e imparare ciò che può insegnarti la gente; mi piace trascorrere del tempo con la mia famiglia e prendermi del tempo per recuperare tutto ciò che mi è mancato o che ho dovuto lasciare in stand-by per tutta la stagione. I sogni, la gente del mio paese ne parla spesso; mi piace poter dire che ne ho avuti molti, così come ho avuto tanti pensieri profondi crescendo, ma solo uno di tutti questi è stato il più importante davvero ed è stato quando ho capito che un giorno sarei potuto diventare un giocatore professionista di pallacanestro. Puoi sognare solamente qualcosa che è già scolpita nella tua memoria, qualcosa di cui sei già a conoscenza e nel momento in cui realizzi che quel sogno sta diventando realtà, che hai il potenziale per fare qualcosa di grande o per diventare tu stesso qualcuno di importante, quello è il giorno in cui la tua vita cambia. Tutto questo perché egoisticamente vai alla ricerca di come farlo accadere e sai che devi fare di tutto affinché succeda.

Chi è Maurice Daly Ndour fuori dal parquet? Hai qualche hobby o qualche talento nascosto di cui vorresti parlarci?
Dico sempre a tutti quanti che chiunque noi siamo, una volta tolta la divisa da gioco, una volta tolti i vestiti da lavoro, siamo semplici esseri umani come gli altri. Io sono questo fuori dal campo. Una persona benedetta e grata per la splendida vita che gli è stata donata, così cerco di viverla tutta quanta un respiro per volta. Mi piace tanto uscire e stare nella natura, suonare lo Djembe, cantare, ballare, scrivere e esplorare le possibilità che si hanno in vita attraverso la meditazione e la presa di coscienza. Questi sono i miei hobbies.