Libertas Basket Taranto - Cus Jonico Basket: il derby dei due mari

La Libertas Basket Taranto si avvicina ad una partita importantissima come il derby di sabato contro il Cus Jonico con la stessa fiducia con la quale si è avvicinata alle precedenti partite.
Le due amichevoli infrasettimanali, mercoledì contro Bernalda e giovedì contro Francavilla, squadre di categoria superiore (DNB), sono servite alla squadra per sfidare compagini più forti, alzando il livello di attenzione, pressing e corsa.
Entrambi gli incontri sono andati discretamente bene, e non ci sono state ripercussioni fisiche, ad eccezione di Gianluca Salerno che non ha preso parte all’amichevole di giovedì a causa di un infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio sinistro.
Il Cus Jonico si presenterà al Palafiom dopo la vittoria di carattere ottenuta contro Airola in situazione di totale emergenza, ma avrà difronte i cugini della Libertas che, anche loro, hanno mostrato forza, grinta e determinazione nell’ultimo match vinto domenica scorsa a Monte di Procida, match in cui è venuta fuori tutta la saggezza e la classe del più titolato tra coloro che prenderanno parte al derby di sabato, ovvero Damiano Faggiano.
È proprio il classe ’75, dall’alto della sua esperienza, che fa una disamina del momento che sta passando tutta la pallacanestro italiana: “E’ un momento particolare, Taranto non fa eccezione, una situazione difficile che era sicuramente ipotizzabile data la crisi che sta circolando nel nostro bel paese. Ho amici con cui parlo frequentemente che si trovano in situazioni disastrose, che non sanno come fare perché si è cercato di costruire qualcosa di bello, ma poi la mancanza di qualcuno dai piani alti dirigenziali e della federazione ha portato un problema che spero non sia irreversibile. Torno a dire che non è una questione che sta vivendo la città di Taranto spesso troppo bistrattata, ma qualcosa che colpisce tutti gli uomini di sport perché ci rendiamo conto che piano piano stiamo sprofondando verso il baratro e nessuno si muove per cambiare le cose. A me dispiace perché tutte le società accettano tante cose, e noi giocatori siamo le prime vittime di questo sistema, soprattutto coloro che, come me, vivono di pallacanestro, e sono contenti di farlo per passione, perché non andiamo a lavorare in miniera, ma siamo in qualche modo privilegiati”.
Qualche cambiamento, inevitabilmente, Damiano Faggiano lo riscontra giorno dopo giorno rispetto a quella che per lui era la pallacanestro di qualche anno fa: “Professionismo o meno, il basket è cambiato del tutto, perché credo che le riforme non si debbano fare solo per 2-3 anni, ma cercare sempre di migliorarsi. In questo modo si vanno solo a penalizzare giocatori che tuttora possono dire la loro, e non parlo solo del caso mio che sono a fine carriera e orgoglioso di quanto ottenuto. È uno scempio vedere le squadre che si sciolgono, le società che falliscono, senza nessuno che fa un passo per cercare di risanare la situazione.
Faggiano non vuole sentir parlare di crisi, pur consapevole del momento critico che stiamo vivendo: “È facile parlare di crisi, ci rendiamo conto che non girano più i contratti di una volta, ma non bisogna cullarsi su questo fatto, ma operare dove si può operare, chiedendo aiuto a chi può aiutare la pallacanestro. Ora ci sono troppi vincoli per gli under, per gli over, troppi soldi buttati per i parametri NAS: prima se eri forte e valevi, giocavi e basta. Le società sono sotto pressione, non fanno in tempo a capire cosa devono fare che stanno già spillando fior fior di soldi, e poi, magari, si arriva alla strada del non ritorno. Dispiace perché si è persa la cognizione di ciò che la pallacanestro insegna ed ha sempre insegnato, ovvero il rispetto dei ruoli, dal presidente al magazziniere, passando soprattutto dai giocatori, che danno l’anima per questo sport, ed ogni volta che scendono in campo lo fanno con il sangue agli occhi, qualunque cosa accada. Non è una morale che faccio solo per me, perché io e tanti altri colleghi abbiamo passato negli anni scorsi situazioni assurde, ed ogni domenica eravamo sempre lì pronti a vincere ad ogni costo”.
Lo stesso obiettivo che, il 37enne di Ceglie Messapica, avrà anche nel derby ormai imminente: “Quando un giocatore arriva nello spogliatoio ed ha fatto questo per oltre 20 anni, indossa quella canotta e dà il massimo, che sia in quella società da sempre o da un mese soltanto. La rabbia è tanta perché, credetemi, ogni giorno sento dei cari amici che non stanno navigando in buone acque, e così rischieremo di perdere tutta la pallacanestro, a cominciare, ovviamente, dalle società dilettantistiche. Tutti coloro che amano il basket, a prescindere dalle contendenti del derby, riverseranno tutta questa rabbia sul parquet, e noi a maggior ragione in quanto questa, per molti atleti, è una partita importantissima, vissuta diversamente dalle altre. Finora sta andando tutto bene, e qualunque genere di battaglia affronteremo, lo faremo sempre a testa alta, e cercheremo di regalare a chi ci sta accanto tante soddisfazioni”.
Un grido d’allarme per chi ha calcato parquet di tutta Italia, a livelli altissimi, e che potrebbe insegnare pallacanestro a molti addetti ai lavori.
La Libertas Basket Taranto porterà con se i classici dieci: Di Pierro, Albanese, Raffaelli, Faggiano, Risolo, De Pasquale, Puglia, Salerno, Vittorio Appeso e Piero Appeso.
A dirigere l’incontro ci saranno i signori Giuseppe Desposati di Casamassima (BA) e Pasquale Pellegrini di Ruvo di Puglia (BA). Palla al centro, sabato 19 novembre ore 18, Palafiom. INGRESSO GRATUITO.