Scafati, Acse prosciolto Longobardi

Inchiesta Over Line, Aniello Longobardi, imprenditore ed ex presidente dell’Acse, poi vicepresidente del consiglio di amministrazione, esce dalle indagini. Il gip Dolores Zarone ha accolto la richiesta di archiviazione inoltrata dal sostituto procuratore dell’Antimafia Vincenzo Montemurro. La richiesta del magistrato inquirente è datata 10 gennaio, il provvedimento del gip è invece di cinque giorni dopo. La richiesta è stata presentata dopo aver rilevato “l’infondatezza della notizia di reato” a carico dell’indagato, sostenuta anche dal contenuto delle memorie difensive e delle produzioni documentali depositate dai difensori di Longobardi, gli avvocati Michele Sarno e Giovanni Annunziata. Longobardi è stato più volte sentito, anche su sua richiesta, dal sostituto procuratore titolare delle indagini ha più volte dichiarato (e poi dimostrato) di aver appreso delle irregolarità amministrative e tecniche dell’appalto successivamente vinto dalla Over Line. Anche se, sottolinea il magistrato, allegati alla gara di appalto vi erano “informative della polizia giudiziaria relative a rapporti tra organi amministrativi del Comune di Scafati ed amministratori di società successivamente colpite da interdittiva Antimafia”, Longobardi (presidente anche della squadra di basket Givova) era un “soggetto estraneo agli apparati tecnici del Comune di Scafati” non era quindi tenuto ad essere a conoscenza della posizione della Over Line.
Al momento gli indagati restano dunque tre: il direttore della società partecipata al Comune di Scafati, Salvatore De Vivo; il dipendente tecnico Antonio Sicignano; e il presidente della partecipata Eduardo D’Angolo ex consigliere comunale del Pdl. Le loro posizioni sono ancore all’esame del magistrato dell’Antimafia ma non si escludono ulteriori richieste di archiviazione anche per loro.
L’appalto fu assegnato nel 2011: non avendo ricevuto alcuna segnalazione da parte della Prefettura di Salerno, in merito ad alcuna interdizione della società Over Line, i dirigenti della partecipata affidarono la gara all’imprenditore di Casapenna, Antonio Fontana. La misura interdittiva antimafia a suo carico fu però emessa nel 2012 dalla Prefettura di Caserta a seguito di un indagine nella quale Fontana risultò essere vicino ai Casalesi.
Petronilla Carillo