NBA 2024-25 - Il focus sull'Atlantic Division
Comincia dall'Atlantic Division il nostro viaggio-focus sulle 30 squadre NBA dopo i movimenti estivi tra draft e free agency. Division per division andremo a ricapitolare e ad analizzare i cambiamenti di ogni roster, provando a ipotizzare che tipo di stagione si preannuncia per ogni franchigia della lega più spettacolare al mondo.
Boston Celtics
Squadra che vince non si cambia. Freschi campioni uscenti, i Celtics hanno giustamente deciso di basare il proprio mercato estivo sulla linea della continuità di roster. Da questa scelta derivano i rinnovi (a cifre non indifferenti) di Tatum, White e Hauser. Con la squadra rinnovata in blocco e l'allenatore confermato, Boston si appresta a cominciare la nuova stagione partendo dunque dalla pole position, andando alla ricerca un repeat tutt'altro che scontato, ma neppure così impossibile da immaginare.
Brooklyn Nets
Da un polo all'altro. Se Boston ha deciso di non cambiare nessuna pedina del proprio scacchiere, Brooklyn ha invece finalmente deciso di dare inizio al proprio rebuilding, dopo aver inutilmente cercato un improbabile retooling una volta scambiati Durant, Irving e Harden. Il pezzo pregiato arrivato ai Nets da queste cessioni, ovvero Mikal Bridges, è stato impacchettato e spedito dall'altra parte del ponte di Brooklyn (insieme a Keita Bates-Diop e una seconda scelta del 2026) in cambio di quattro prime scelte non protette (2025, 2027, 2029, 2031) una prima protetta (2025), una pick swap (2028), una seconda scelta (2025), Bojan Bogdanovic, Shake Milton e Mamadi Diakite (quest'ultimo subito girato e tagliato dai Memphis Grizzlies). Una trade che racconta implicitamente la volontà dei Nets di unirsi al treno delle squadre da tanking, con l'obiettivo di guadagnarsi la prima scelta assoluta al prossimo draft così da selezionare il giocatore su cui rifondare la franchigia: Cooper Flagg. Per tale ragione non sono da escludere ulteriori movimenti nel corso della regular season, con alcuni veterani (Bogdanovic, Finney-Smith e Schroder su tutti) che potrebbero far comodo a diverse contender prima della deadline di febbraio. Da segnalare in free agency l'importante rifirma di Nic Claxton con un quadriennale da 97 milioni di dollari complessivi. A far sorridere la dirigenza di Brooklyn anche Ben Simmons, che a fine anno vedrà finalmente scadere il proprio contratto monstre, liberando così il salary cap dei Nets di oltre 40 milioni di dollari.
New York Knicks
Sul podio di questa calda estate di mercato NBA troviamo sicuramente i Knicks. Dopo anni di attesa New York si è mossa e lo ha fatto in grande stile, ipotecando le proprie scelte future al draft per garantirsi le prestazioni di Mikal Bridges e rompendo il salvadanaio per confermare OG Anounoby (quinquennale da oltre 212 milioni di dollari) arrivato nella 'Grande Mela' da Toronto lo scorso febbraio via trade. Impossibile invece trattenere Isaiah Hartenstein, accasatosi a Oklahoma City dopo un'ottima stagione sotto la guida di Tom Thibodeau al Madison Square Garden. Ricomposta la squadra di Villanova che nel 2015-16 vinse il titolo NCAA (Brunson, Hart, DiVincenzo e Bridges) i Knicks si candidano come prima rivale dei Celtics per il titolo di campioni della Eastern Conference, in attesa che il campo dia una risposta sui dubbi legati allo squilibrio tra la difesa e l'attacco newyorchese.
Philadelphia 76ers
A contendere ai Knicks il ruolo di prima rivale dei Celtics nella Eastern Conference ci sono i Philadelphia 76ers. Estate calda e movimentata per Daryl Morey che tra draft e free agency ha rinnovato il look della franchigia della città dell'amore fraterno. Dopo aver trovato la quadra economica per l'estensione contrattuale di Maxey (204 milioni in 5 anni) e aver selezionato Jared McCain la notte del draft, Philadelphia si è concentrata sulla free agency, andando a caccia dell'obiettivo numero uno dichiarato: Paul George. Una volta firmato l'ex Pacers, Thunder e Clippers con un quadriennale da 212 milioni di dollari, Morey ha puntellato il roster con le importanti conferme di Lowry, Oubre e Martin Jr e con le aggiunte di veterani del calibro di Eric Gordon, Andre Drummond e Caleb Martin, garantendo così profondità di personale per le rotazioni di coach Nick Nurse. Inutile dire che il successo dei nuovi big three di Philadelphia dipenda - come sempre - dalle condizioni fisiche di Joel Embiid. Se il Camerunense, naturalizzato americano, dovesse riuscire ad evitare infortuni seri allora i Sixers si candiderebbero prepotentemente per un posto alle Finals.
Toronto Raptors
Continua la ricostruzione per la franchigia canadese, che dopo aver scambiato OG Anounoby, Pascal Siakam e Dennis Schroder nel corso della passata stagione, ha rinnovato in estate sia Scottie Barnes (quinquennale da almeno 225 milioni di dollari, che potrebbero diventare addirittura 270 qualora dovesse centrare i criteri necessari per il supermax) che Immanuel Quickley (175 milioni di dollari per i prossimi 5 anni). Con queste estensioni contrattuali Masai Ujiri ha affidato loro le chiavi dei Raptors, seppur rimangano seri dubbi sul ceiling di entrambi i giocatori. Perplessità anche per quanto riguarda la costruzione di un roster non ottimale per permettere ad entrambi di mettere in risalto le proprie qualità, considerata l'assenza di tiratori pronti ad aprire loro il pitturato e a farsi trovare pronti sugli scarichi per punire dal perimetro. In definitiva, nessuna aspettativa in quel di Toronto, che si appresta a vivere una stagione che non dovrebbe riservare particolari gioie, se non quelle derivanti dalla lottery pre draft.