Bar Sport con Carlo Fabbricatore: impianti, canestri, reclutamento...

Nella nuva puntata di Bar Sport, la prima dopo l'estate, l'opinionista di Pianeta Basket mantiene calda la temperatura con le sue provocazioni
Bar Sport con Carlo Fabbricatore: impianti, canestri, reclutamento...

@overtimefestival.it
Buongiorno sig. Carlo. Ha visto in Sicilia? 123 società sulle 160 aventi diritto al voto hanno presentato la candidatura di sei persone per il Consiglio del Comitato Regionale le cui elezioni si svolgeranno il 29 settembre. Unico candidato Presidente è Cristina Correnti, Presidente uscente…Che la fanno a fare l’assemblea se è già tutto deciso?
Lei mi fa delle domande alle quali io non devo alcuna risposta. E ho detto tutto (cit. Peppino De Filippo)”

Va bene passiamo agli impianti dove bisogna fare attenzione a mettere i piedi sulle linee…
“Lei mi provoca continuamente. I miei allenatori di infanzia, Zorzi, Bensa, Gubana dicevano una cosa a questo proposito: ”Quando state per tirare non fate come i caproni che tirano le zampe indietro per caricare”. Immagine un po' forte ma che a me ed ai miei compagni è rimasta molto impressa. Ed in effetti se io faccio una finta di tiro il piede lo porto avanti per cercare di ingannare il mio difensore.  Tutto questo detto, caro Diavolo Zaccaria diavolo di terza categoria – come recitava una pubblicità dei televisori Minerva negli anni ’60, ndr – le faccio io una domanda: quanti impianti moderni abbiamo in Italia? Due a Torino, uno a Pesaro, il Forum si può adattare, il PalaEur che rimane forse il più bello di tutti anche se è il più vecchio, Tortona che verrà su un gioiello, e Bologna. Allora qui si può intervenire per allargare il campo ed allungarlo magari, come dice Ettore Messina, ma in tutto il resto d’Italia? Le palestre dove giocano tutti e tutte le altre dalle categorie senior alle giovanili?

Eppure qualcosa bisogna farla perché la fisicità di giocatrici e giocatori è sempre più importante anche tra i giovani non crede?
Ne sono fermamente convinto. Però la domanda è: chi deve fare i nuovi impianti o adeguare quelli dove si può? Le amministrazioni comunali o gli imprenditori? E quanti veri imprenditori italiani sono rimasti ormai a capo delle società? Posso fare come nei film giudiziari americani che di fronte ad una domanda scomoda l’interpellato dice “mi avvalgo della facoltà di non rispondere? Quando frequentavo la Lega Basket come Amministratore Delegato di Udine, c’era gente e aziende da mettere paura. Oggi sono rimasti davvero pochi. E quindi sembra un mondo professionistico che nei fatti non lo è”.

E poi c’è il problema a lei caro del reclutamento…
Un amico mi ha sussurato nell’orecchio che la pallavolo ha oltre 200 mila tesserate. Il basket ha 23 mila e spiccioli ragazze tesserate. Dove andiamo? Nella sua imperfezione, Giancarlo Primo aveva messo su un sistema col Settore Squadre Nazionali che produceva dei frutti. Nella sua imperfezione perché se qualcuno mi dice che sono, siamo, troppo legati al passato, io rispondo che il passato non era perfetto e molte cose oggi non avrebbero senso. Ma quelle buone si possono aggiornare, rimodulare, adeguare ai tempi che ovviamente cambiano. Sempre quell’amico mi ha raccontato che pochi anni fa il problema del volley femminile era di avere 50 e passa ragazze vicine al metro e novanta e di essere costretti a sceglierne solo 16 per fare una nazionale giovanile. Quindi anche in Italia le ragazze alte ci sono, ma giocano a volley. Dove andiamo? Esiste un reclutamento organico? Io credo di no. Perché francesi, turchi, spagnoli hanno tanti giocatori in NBA? Noi quanti ne abbiamo: uno, Fontecchio

Ci sarebbe Paolo Banchero…
Mi appello al V°emendamento… (“nessuno può essere obbligato in qualsiasi causa penale a deporre contro sé medesimo”).”

Quindi siamo senza speranza?
No. Le prossime elezioni di Presidenti di Comitati Regionali e di quello federale potrebbero portare delle novità. A patto che chi viene eletto faccia qualcosa di concretamente utile al movimento. L’obbligo secondo me è quello di riformare ed ammordernare la pallacanestro italiana. Costruire un prodotto che sia spendibile per il marketing.Però se ci presentiamo con questi impianti vecchi, obsoleti e spesso semplici palestre, non possiamo dire che siamo dei professionisti. Qualcuno mi dice che nella pallavolo la rete delle ragazze è più bassa di quelle dei ragazzi: 2,43 per gli uomini, 2,24 per le donne. Lo spettacolo a me pare garantito in entrambi i casi. Perché il basket non può abbassare di qualche centimetro il canestro delle donne ed alzare invece quello degli uomini? So questo sembrerà un discorso di genere in questo momento ma è tutt’altro: aiutare le giocatrici ad esprimersi meglio ed adeguare le norme alla debordante fisicità dei maschi dove ormai chiunque arriva al ferro ed il tiro da tre è uno scherzo o quasi”.

Altre provocazioni da sollevamento popolare?
Quante ne vuole. I giovani per esempio, dove giocano? In A2 no perché quella categoria è piena di ultra trentenni – bravi loro e che gli dei del basket li preservino – che giocano perché non abbiamo il coraggio di rischiare. Ed allora in una partita importante vado con l’affidabile ed il giovane guarda, guarda, guarda. E quando li testiamo ad alto livello? La serie B è uguale anche con gli stranieri. La C più o meno. Per me in A1 si può giocare anche con 12 stranieri che facciano quello che vogliono. Il problema nasce dalla A2 in giù. Bisogna, secondo me, riformare i campionati. Poi c’è il problema degli arbitri, che però è globale. Ne abbiamo viste di cotte anche all’Olimpiade e ne vediamo di crude in Eurolega che è una manifestazione che io amo. Fiba ed Eurolega dovrebbero trovare un accordo sui campionati, tornei, manifestazioni perché molti giocatori giocano troppo e poi si fanno male. E le società piangono, giustamente anche direi. E mi fermo qui per adesso. Abbiamo un prodotto basket in Italia? Mah…
Alla prossima puntata di Bar Sport