Trapani, Valerio Antonini sull'obiettivo palazzetto da 8000 posti e l'EuroLega

20.03.2025 16:20 di  Iacopo De Santis   vedi letture
Trapani, Valerio Antonini sull'obiettivo palazzetto da 8000 posti e l'EuroLega
© foto di Ciamillo

Oltre che a parlare di mercato, anticipando la ricerca a un top player per dare l'assalto allo Scudetto, nell'intervista a Basket Time 2.0 il presidente della Trapani Shark Valerio Antonini parla anche degli obiettivi nel medio/lungo termine. "Ho solo un obiettivo, fare il palazzetto da 8000 posti all'interno della Città dello Sport che sto programmando. Un investimento superiore a 100 milioni di euro che faremo in joint insieme a grandi gruppi bancari nazionali e non solo. Arriveremo da lì per creare le condizioni per essere una squadra in grado di durare nel tempo anche in EuroLega e avere quelle caratteristiche nel tempo anche per mantenerci a certi livelli. Progetto EuroLega? Devi prendere una decisione, decidere se andare da una parte o dall'altra. In funzione di quella che sarà la classifica finale. Ma dovremo fare una scelta, chiaro che le condizioni da qui a giugno potrebbero cambiare e rendere più accattivante l'altra competizione (BCL), però io credo che oggi sia chiaro che la competizione più importante sia l'EuroLega. Una società ambiziosa come la nostra punta ad arrivare al massimo. Se sono vere le voci che girano sulle franchigie americane, della NBA, per creare un torneo sempre più importante magari non nel format che c'è oggi, secondo me fuori ogni logica. Credo che si arriverà un torneo ancora più elettrizzante con maggiori introiti. Mancano i soldi. Non entra una lira".

Problema di fare le Coppe Europee
"Quando devi fare una Eurocup, avere cinque giocatori in più, spendere 2 milioni di euro lordi in più. Ma chi te li ridà quei soldi? Anche riempendo sempre il palazzetto non li farai mai. Ne ho parlato anche con Ferrari (Brescia), è evidente che siamo davanti a un momento storico decisivo per il basket. Perché vediamo a livello internazionale che le grandi franchigie sono sponsorizzate da aziende che investono decine e decine di milioni, che poi non portano rientri. Sono voci di bilancio intragruppo che servono ad abbassare gli utili delle multinazionali che investono nel basket. A meno che non parliamo di polisportive come Barcelona o Real Madrid, all'interno ci sono soci ricchissimi che reinvestono ogni anno perché hanno ritorni tra calcio e basket pubblicitari e di affari che giustificano l'operatività. Ma dal punto di vista italiano dove vogliamo andare? C'è un sistema fiscale oppressivo, un sistema di procuratori fuori dalla grazia di Dio, dove un giocatore cambia squadra e il procuratore prende doppia procura. Una follia. Parliamo di follie. Queste cose vanno regolarizzate, bisogna aumentare i ricavi e ridurre i costi obbligatori per le società".