Lega A - Carrea post Pistoia-Trieste: “Sono orgoglioso dei miei ragazzi”

Lega A - Carrea post Pistoia-Trieste: “Sono orgoglioso dei miei ragazzi”

Questa l’analisi di coach Michele Carrea dopo la vittoria dell’OriOra Pistoia sul parquet di casa contro Trieste, la sua prima volta da capo allenatore in Serie A: “Nei primi 25′ abbiamo sofferto tanto il dinamismo dei lunghi di Trieste ma soprattutto lo 0/6 in classifica. Sapevamo che il momento delicato poteva renderci emotivamente fragili: è arrivato qualche tiro aperto sbagliato, alcune difese che non hanno funzionato e a cascata abbiamo perso un po’ di convinzione in quello che potevamo fare. Ci siamo aggiustati con quintetti più dinamici e rapidi e da lì la squadra ha avuto il grandissimo merito di reagire a una situazione assai difficile che in pochi avevano vissuto in carriera, dimostrando grande emotività, tenacia e tecnica”.

Sull’importanza di questi due punti: “Non è necessario sottolineare che non abbiamo ancora fatto nulla, però dall’ottima prestazione di Salumu e Wheatle va presa la lezione che i percorsi vanno valutati all’interno di una stagione. Siamo contenti e allo stesso tempo consapevoli che ci sono ancora tantissimi elementi da correggere, dall’approccio alla continuità nell’arco dei quaranta minuti passando per la lettura della partita. Voglio però rimarcare le reazioni individuali avute dai ragazzi: sono orgoglioso di loro perché sono riusciti a rimontare da -10 a metà terzo periodo in un clima non facile. Tecnicamente non posso essere soddisfatto perché abbiamo passato i primi due quarti a rincorrere, ma nel complesso dico che siamo stati bravi ad aggiustare le cose in corsa”.

Sui singoli: “Alleno Wheatle da 4 anni, lo conosco come uomo e come atleta. L’accoppiamento con Peric ero convinto che funzionasse, a parità di taglia l’altezza per lui non è un problema. Stasera avrebbe potuto difendere su chiunque. Salumu ha trovato dei canestri di uno peso specifico enorme. Dowdell ha avuto una partenza complicata ma è andato in crescendo e nel finale c’è stato. Petteway ha chiuso la gara con un desiderio di vittoria clamoroso, nonostante le sue basse percentuali. Del resto diventare squadra significa essere capaci di trovare protagonisti diversi in ogni partita”.