Sidigas Avellino a un bivio, è Hardy l'ago della bilancia

11.10.2012 22:30 di  Massimo Roca   vedi letture
Fonte: Il Mattino
Sidigas Avellino a un bivio, è Hardy l'ago della bilancia

C’è mobilitazione in casa Sidigas. Il vertice a Napoli, presso il quartier generale dell’a.d. De Cesare, ha dettato la strategia da seguire. Il caso Hardy è in cima alla lista dei nodi da dirimere. E’ lo stesso numero uno di Sidigas, a sottolineare la priorità dell’argomento: “Siamo in pieno work in progress e la vicenda Hardy è un tassello importante a cui sono legate altre mosse che ne potrebbero scaturire. Abbiamo riscontrato la massima disponibilità del suo agente. E’ inevitabile che ci siamo dati delle scadenze”. La sensazione è che la prossima settimana, e la stessa gara di Cremona, possano risultare decisive anche per la panchina. De Cesare conferma la sua fiducia in Valli, ma aggiunge: “Nello sport è sempre tempo di verifiche e siamo tutti in discussione”. Passaporto di Hardy, questione playmaker, e posizione dell’allenatore: variabili dipendenti di un problema che solo i risultati potrebbero risolvere. All’ambasciata di Brazzaville si è aperto uno spiraglio ed entro venerdì si avrà una risposta definitiva. In caso di fumata nera, Avellino sarà costretta a separarsi da un americano. Shakur o Hardy? Con il secondo è automatica la risoluzione, ma sarebbe anche agevole un’eventuale rinegoziazione dell’accordo in relazione al mancato status di Cotonou. In cabina di regia si punterebbe su un comunitario (il “macedone” ex Roma, Washington) o un italiano: uno tra i contattati Becirovic (preferito da Valli) e Maestranzi. Qualora Hardy diventasse congolese, si rallenterebbero le operazioni in entrata. Si aprirebbe la possibilità di dragare il mercato americano: quello dei tagli Nba. Tra di essi potrebbe ritornare in auge il nome di Sheron Collins, in uscita da San Antonio. In quella circostanza sarebbe certamente Shakur ad essere sacrificato. De Cesare non ha rimpianti: “Dopo tre giornate è il momento di operare e non di rammaricarsi” e prova a tranquillizzare i tifosi preoccupati che le difficoltà a fronte dei sacrifici economici possono in qualche modo raffreddare la grande passione con cui Sidigas si è lanciata in questa avventura: “Anche noi siamo dispiaciuti, ma non per questo abbiamo intenzione di mollare, anzi in questi momenti che viene fuori la tempra del team che abbiamo immaginato di costruire”. Chi potrebbe giovarsi di una svolta in cabina di regia è Linton Johnson che sottolinea le inevitabili difficoltà del nuovo sistema di gioco: “Lo dobbiamo ancora assimilare. E’ completamente diverso da quello degli ultimi due anni. Dobbiamo lavorare per raggiungere gli stessi livelli, soprattutto offensivi”. A Varese, Spinelli ma anche Richardson hanno provato a servirlo nel modo giusto. Confronto con il coach? “Non è necessario. Lui ne è consapevole. In Italia il campo è più piccolo e quando un compagno mi passa la palla in aria per me è un vantaggio. Inoltre so che quando prendo la palla la difesa collassa su di me e io devo fare un ulteriore passaggio per farla uscire sugli esterni”. Il “Presidente” è realista e prova ad infondere fiducia: “Siamo una buona squadra, competitiva ed atletica alla ricerca di equilibri. E’ giusto che sia così visto che siamo tutti nuovi. C’è bisogno di tempo per conoscerci e di maggiore comunicazione. Ciò si ottiene soltanto lavorando ogni giorno insieme in palestra”. Intanto la burocrazia non dice bene alla Scandone anche per quanto concerne la posizione del giovane Lucio Salafia. Il centro classe ’94, giunto in prestito da Ragusa insieme al compagno di squadra Carmelo Iurato, non è andato a referto nelle prime due giornate. Motivo? Al momento non è un giocatore di formazione italiana, ossia non ha all’attivo i quattro campionati giovanili necessari per acquisire tale status. Scherzi delle incomplete comunicazioni del comitato regionale siciliano relative ai referti di alcune gare relative al torneo under 15. Un problema che, fanno sapere dalla società, dovrebbe essere risolto a breve e consentirà al ragazzo di Caltagirone di allungare la pattuglia degli italiani affidata a Valli.