Kyle Hines e l'inizio a Veroli con Trinchieri: così arrivò in Italia nel 2008

04.09.2024 14:43 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Kyle Hines e l'inizio a Veroli con Trinchieri: così arrivò in Italia nel 2008
© foto di Ciamillo

Kyle Hines ha annunciato il ritiro dal basket giocato. La sua carriera da professionista è iniziata nel 2008 a Veroli sotto coach Andrea Trinchieri: «Grazie Kyle, per i 16 anni di un viaggio strepitoso», le parole del tecnico italiano. «Quando si tratta di te le azioni parlano più delle parole. Ci hai insegnato che il modo migliore per guadagnare rispetto è portare rispetto. Ancora una volta sarai il più grande giocatore di squadra, la persona più responsabile e il più duro di tutti. Notte dopo notte». Dopo l'avventura a Veroli in A2 durata due anni, Hines è approdato al Bamberg e da lì la sua carriera ha preso il via nel basket più importante in Europa. Negli anni ha vinto ben quattro volte l'EuroLeague con le maglie di CSKA Mosca e Olympiacos. 

In quella Veroli, il GM era Antonello Riva: “A Orlando – ha raccontato tempo fa – entra in campo e lo fanno giocare da ala piccola. Un disastro. Mi rivolsi al mio allenatore, Andrea Trinchieri, e gli chiesi che cosa pensasse di farsene di quel giocatore. Ma dopo pochi giorni andammo a vederlo a Las Vegas, giocava con Charlotte. La sua squadra stava perdendo. Poi entrò lui e cambiò tutto. Giocava nel suo ruolo: stoppate, schiacciate, contropiedi. Pensai che dovessimo firmarlo prima che lo facesse qualcun altro. Nei due anni a Veroli era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. La sua carriera è merito suo perché ha sempre avuto serietà, concentrazione e caparbietà”.

Come detto, a Veroli rimase due anni. “Ero in un piccolo posto, ma non sarei diventato quello che sono senza Veroli. Ho conosciuto persone importanti, come Jerome Allen in campo, Trinchieri e Massimo Cancellieri come allenatori, Antonello Riva come general manager. Ero un ragazzino che non aveva mai viaggiato. La città era piccola, ma mi ha adottato, hanno fatto tutto per permettermi di sentirmi protetto”, ha raccontato l'ex Olimpia Milano tempo fa. "Prima di andare al college non ero mai uscito dal South Jersey e Philadelphia, prima di Veroli non ero mai stato in nessun posto del mondo. Mi ha aperto la mente. Dovevo sforzarmi di parlare italiano. Ma in trenta minuti potevo passare accanto al Colosseo. Ci sono persone che risparmiamo per tutta la vita per poter vedere un giorno il Colosseo. Io potevo vederlo in qualunque martedì mattina volessi vederlo. Non ho mai dimenticato quanto sia stato fortunato”.