Federico Mussini: «Penso di poter giocare in Serie A. Avellino società ambiziosa»

22.01.2025 14:26 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Federico Mussini: «Penso di poter giocare in Serie A. Avellino società ambiziosa»
© foto di Avellino Basket

Federico Mussini è stato ospite di Alley Oop, trasmissione che va in onda ogni martedì dalle 17 alle 18 sui social di Revolution con Alessandro di Bari, Eugenio Petrillo e Marco Lorenzo Damiani. Il nativo di Reggio Emilia ha parlato del ritrovato entusiasmo per il basket ad Avellino, della sua Reggiana e dell'esperienza a St. John al College. “Siamo un ottimo gruppo di ragazzi, ci troviamo molto bene insieme, quindi è un piacere tutti i giorni vedersi, allenarsi e i buoni risultati che stiamo avendo secondo me tanto derivano anche da questo. Chiaramente più vinciamo, più ci divertiamo, è tutto collegato”.

La realtà di Avellino.
“Ho trovato una realtà dove c'è un crescente entusiasmo. Si vede che la città ha voglia di appassionarsi a una squadra, di tornare a vivere delle emozioni al palazzetto e quindi è quello che abbiamo cercato di fare fin dall'inizio. Io sono arrivato con un ruolo molto importante ed è anche uno dei motivi per cui ho deciso di sposare questo progetto in estate. Quello che mi viene chiesto di fare è semplicemente di essere me stesso. Sono uno di quelli che ha più esperienza, quindi cerco anche di aiutare i più giovani e anche quelli con meno esperienza in A2. Provo parlare molto, sia durante le partite che durante gli allenamenti, per aiutare i miei compagni magari in qualche lettura o in qualche situazione dove ci possiamo dare una mano". 
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La scelta di firmare con i biancoverdi.
"La trattativa è stata abbastanza veloce quest'estate, chiaro che è un periodo in cui ci sono sempre interessi di diverse squadre. Io venivo da un'ottima stagione l'anno scorso, quindi tanti club si sono fatte avanti, però Avellino è quello che fin da subito ha mostrato più interesse e che veramente mi voleva mettere al centro di un progetto ambizioso".

La Società.
"È una società ambiziosa, ma che cerca di non fare il passo più lungo della gamba. Quest'anno secondo me stiamo facendo uno step molto importante e penso che Avellino nei prossimi anni tornerà tra le piazze che contano maggiormente in Italia.
Al tempo mi dispiaceva molto [per la scomparsa del club]. Avevo avuto la possibilità di giocare da avversario contro Avellino negli anni in cui c'erano grandissimi giocatori. Ho giocato ad esempio contro Norris Cole e mi ricordo proprio l'entusiasmo della città, quanto calore c'era in quel palazzetto e quindi quando una piazza di quel tipo scompare o quantomeno ha un periodo di difficoltà è un male per l'intero movimento. Adesso essere qua ed essere da protagonista e riportare entusiasmo nella città di Avellino è sicuramente qualcosa che mi dà molta soddisfazione".

Il livello della Serie A2
"Il livello si è alzato tantissimo, il format a venti squadre mi piace molto perché appunto alza il livello, ci sono solo società di altissima caratura, ben organizzate, piazze storiche che hanno fatto tanti anni di Serie A, quindi ogni partita devi dare il 110% per portarla a casa. Il nuovo format rende il tutto più avvincente così come la promozione diretta penso che sia una cosa più che giusta. Purtroppo quando ero a Udine mi sono ritrovato, dopo aver dominato un campionato, a doverlo sostanzialmente rivincere dopo dieci mesi in cui eravamo stati primi. Se una squadra è in testa dopo dieci mesi di partite hai il diritto di andare sù".

Le corazzate del campionato.
"Le squadre che mi hanno impressionato di più sono state Rimini e Udine in particolare però penso che Cantù forse sia quella con il roster di più alto livello. Senza dimenticare la Fortitudo che è in netta crescita, soprattutto dall'arrivo di Caja che ha riportato un po' di quella mentalità che avevano l'anno scorso e che li ha portati a fare benissimo. Saranno sicuramente un campo veramente difficile in cui vincere per tutti nei playoff".

Gli obiettivi della squadra.
"Ad Avellino da inizio anno il nostro obiettivo in realtà non è mai stato chiaro, nel senso che ogni giorno dobbiamo provare a migliorarci e dobbiamo pensare alla prossima partita, non abbiamo mai guardato troppo avanti. Dobbiamo fare del nostro meglio, dove arriveremo, arriveremo. Secondo me questa filosofia è giusta, perché non bisogna porsi limiti, quindi l'importante è fare il meglio con le proprie potenzialità. Noi cerchiamo ogni giorno di lavorare bene".

L'esperienza al College.
"Era la mia prima vera esperienza lontano da casa. Essendo di Reggio Emilia ho fatto tutto il percorso delle giovanili lì e poi ho iniziato anche direttamente con la Serie A. Quindi uscire di casa per me era un po' uscire dalla mia comfort zone. Andare negli USA mi ha fatto crescere tanto soprattutto a livello umano. A livello cestistico chiaramente giocare contro atleti incredibili mi ha aiutato, perché se magari l'aspetto tecnico è un po' più di basso livello quello atletico è superiore all'Italia. Poi in generale vivere l'ambiente del college, che è sostanzialmente una città di ragazzi, essere a New York, giocare a Madison Square Garden è qualcosa veramente di indescrivibile. È un'esperienza che rifarei assolutamente se potessi tornare indietro".

Il compagno di squadra a St. John, Amar Alibegovic.
"Ci sentiamo ancora, siamo in contatto. Mi fa piacere che stia giocando molto bene, penso che se lo meriti. Ha fatto buonissime stagioni in Italia, con la Virtus in Europa e in Turchia stava giocando benissimo l'anno scorso. Chiaramente Trapani l'ha preso per provare a fare il salto di categoria e oggettivamente per l’A2 è un giocatore illegale e sta dimostrando di essere un giocatore devastante anche per la Serie A".

Andare all'estero da professionista.
"È una cosa che mi sarebbe sempre piaciuta, ma purtroppo non ho avuto la possibilità. Se in un futuro ci fosse, mi piacerebbe molto mettermi in gioco, magari giocare da straniero in un campionato. Sarebbe una cosa che darebbe tanto alla mia carriera quindi se dovesse presentarsi l’occasione mi farebbe molto piacere".

Sulla Serie A.
"Penso di poter giocare in Serie A. È chiaro che ci sono tanti fattori che determinano alcune scelte e certe volte magari in LBA le squadre cercano magari qualcosa di diverso negli italiani. Hanno già diversi americani che segnano e hanno più bisogno di un difensore o di qualcuno che non perda palloni. Io sono un giocatore che deve uscire dagli schemi, che deve prendersi alcune libertà. Ci deve essere anche il contesto giusto. Però è chiaro che penso assolutamente di poterci stare e di conseguenza il mio obiettivo è quello di tornarci il prima possibile".

La nuova Reggiana.
"Seguo tutta la Serie A in generale, però chiaramente su Reggio sono un po' più aggiornato anche su quello che succede, avendo la mia famiglia e i miei amici là. Penso che il nuovo corso stia procedendo benissimo e che Coldebella stia facendo veramente un gran lavoro. L'allenatore non lo conosco personalmente, però da fuori mi sembra una persona molto seria e molto preparata. Da come ne parlano tutti mi sembra molto bravo e infatti non è un caso che comunque Reggio stia facendo molto bene quest'anno, così come l'anno scorso e che quindi pian piano stia tornando tra le migliori squadre, là dove merita di stare".