NBA - Bulls, l'ombra del padre incombe sui problemi fisici di Lonzo Ball

A 27 anni, Lonzo Ball è stato costretto ad accettare un intervento chirurgico molto complicato come estremo tentativo per salvare la sua carriera, minata da problemi al ginocchio. Il playmaker ha subito un innesto di cartilagine, che nessun giocatore NBA aveva ancora accettato di fare. Abbastanza per poter almeno tornare in campo, più di 1.000 giorni dopo la sua ultima partita. Ben consapevole che non sarà mai più lo stesso giocatore, il fratello di LaMelo spera che questo gli permetta almeno di essere utile alla sua squadra, e di continuare a giocare al gioco che ama.
Lonzo Ball ha dovuto anche indagare su cosa possa aver indebolito così tanto le sue ginocchia. "Ero un fan dell'Adidas al liceo, e pensavo che sarebbe continuata su questa strada", ha spiegato in un articolo di ESPN che ripercorre la sua lunga riabilitazione. "Ma quello che mi è stato detto non è davvero quello che è successo. Mi è stato detto che nessuno voleva ingaggiarmi, così mio padre ha lanciato l'idea di creare il nostro marchio." Papà LaVar, un ombra che incombe sulla vicenda.
Il padre avrebbe mentito al figlio per costringerlo a realizzare le proprie ambizioni, lanciando un marchio di scarpe di qualità molto incerta? Lonzo ammette nell'intervista che il suo primo paio di scarpe "Big Baller Brand" erano impossibili da indossare. "Sembravano scarpe da kickball (un mix di calcio e baseball)", ammette, spiegando che è stato in grado di indossarle solo due volte durante la Summer League del 2017, prima di acquistarne altre paia lui stesso (Air Jordan, Nike, Adidas, Under Armour...) da Foot Locker per finire MVP della Summer League.
Anche se le scarpe realizzate per il suo debutto nella stagione regolare, dopo un accordo di produzione con Skechers, erano abbastanza migliori, Lonzo Ball si chiede se abbiano contribuito al suo primo problema al menisco pochi mesi dopo. "È una possibilità, ad essere onesti con te", riconosce ora. "Non avevo mai avuto problemi del genere prima di iniziare a indossare queste scarpe". Poi considera il fatto di aver trascorso l'infanzia e l'adolescenza correndo, con i fratelli, sull'asfalto delle colline del parco di Chino Hills, con sedute fisiche imposte quasi quotidianamente dal padre.
Potrebbero avergli indebolito le ginocchia ancor prima del suo arrivo in Big League? "Mio zio mi diceva sempre che giocavamo troppo fuori perché davano il massimo in campo. Ed era sul cemento. Lo facciamo da 15 anni, quindi immagino che non faccia bene alle ginocchia." Ma oggi si pente di tutto questo? "Non credo che sarei dove sono oggi se non avessi fatto tutto questo. Tutto il lavoro che abbiamo fatto può essere stato doloroso, ma lui ci ha anche reso quello che siamo."