Bronny James: «So cosa la gente dice. Pensano sia un robot senza emozioni»

Bronny James deve fare i conti con molte critiche, aumentate da quando a giugno scorso è stato scelto con la #55 dai Los Angeles Lakers al Draft. Il 20enne si è dimostrato come atteso non pronto per la NBA, ma nel corso dei mesi ha fatto vedere anche progressi importanti soprattutto nello spazio che ha trovato nella GLeague. Se nella NBA ha prodotto 1.6 punti in 4.7 minuti in 21 partite, nella Lega di sviluppo con i South Bay Lakers i numeri parlano di 17.2 punti di media con 4.1 assist e 3.6 rimbalzi, anche se la percentuale da tre è di poco sotto il 30%. Il figlio di LeBron ha di recente ammesso a Joe Vardon dell'Athletic che vede tutto ciò che viene detto su di lui e, in alcuni casi, usa l'odio come motivazione per dimostrare che tutti si sbagliano.
“Il mio primo pensiero riguardo a tutto ciò è che cerco sempre di lasciarlo passare da un orecchio all'altro, di abbassare la testa e di venire al lavoro ed essere positivo ogni giorno", ha detto Bronny. “Ma a volte mi alimenta un po'. Vedo tutto quello che la gente dice e la gente pensa che io sia un robot, che non abbia sentimenti o emozioni. Io lo prendo e lo uso come carburante per uscire, svegliarmi ogni giorno e andare in palestra presto, fare del lavoro extra, guardare i filmati extra ogni giorno, migliorare ogni giorno. Questo è ciò che (il general manager Rob Pellinka) vuole che io faccia in questo momento della mia carriera, giocando in G League e imparando da lontano in panchina guardando i Lakers giocare”.