A2 F - Lydie Katshitshi e la grande stagione della WomenAPU Delser Crich Udine

A2 F - Lydie Katshitshi e la grande stagione della WomenAPU Delser Crich Udine
© foto di Elio Castoria

A quattro giorni di distanza, il ricordo della finale di queste HBS Group Final Eight di Serie A2 tra l’Autosped BCC Derthona e l’APU Delser Crich Udine è ancora molto vivo: dopo un match lungo addirittura tre supplementari Udine si è portata a casa il trofeo per la prima volta nella sua storia, con il punteggio di 95-98. È un traguardo molto importante, che arriva in una stagione che la formazione friulana sta giocando ad altissimo livello: le bianconere sono infatti prime nel Girone B, con due sole sconfitte all’attivo (con due squadre di alta fascia come Alpo e Roseto) ed è tra le favorite alla conquista della promozione nella massima serie alla fine di questa stagione. Tra i segreti della squadra friulana c’è Lydie Katshitshi, che alla sua prima annata nel Nord-Est ha vinto il titolo di MVP della Coppa Italia ed è una delle giocatrici più in forma del campionato. La vittoria finale è passata infatti tanto dalle sue mani: dopo cinquantacinque minuti il suo tabellino registrava 29 punti, 21 rimbalzi e 7 assist. In campionato Katshitshi viaggia a 12.8 punti e 9 rimbalzi ed è ormai abbonata alle doppie doppie: nove in stagione, di cui quattro negli ultimi cinque match (sei negli ultimi sette match se si conta anche la Coppa Italia). Tre le partite oltre i 20 punti disputate dalla numero 11, che ha toccato anche il season high di 14 rimbalzi in due occasioni differenti. Dopo aver trascorso tutta la sua carriera in Piemonte, tra Castelnuovo Scrivia e soprattutto Moncalieri, Katshitshi è approdata quest’anno in Friuli Venezia-Giulia, alzando sin da subito il tasso tecnico di Udine, che l’anno scorso aveva chiuso la regular season da quarta classificata ed era uscita nelle semifinali di Coppa Italia. Con l’emozione ancora nella voce, Lydie Katshitshi ci ha parlato della finale di quest’anno e della grande stagione che la sua squadra ha vissuto fino ad ora.

Partiamo subito dalla finale di Coppa: avete giocato una partita incredibile, finita solo dopo tre supplementari, in un crescendo di tensione e intensità. Ci racconti le tue emozioni con il passare del match?
È stata una partita veramente tanto intensa, abbiamo iniziato male con il parziale, ma poi ci siamo compattate e siamo riuscite a riprendere le nostre avversarie. Quando abbiamo pareggiato è stato molto bello perché siamo riuscite a giocare veramente bene insieme. Alla fine della partita eravamo veramente esauste e penso di poter parlare per entrambe le squadre. A volte abbiamo avuto poca lucidità, ma penso sia normale. Vincere è stato davvero emozionante, non trovo altra parola.

Udine è attualmente prima in classifica nel Girone B e avete appena vinto la Coppa Italia. Che cosa ha favorito questo ottimo inizio di stagione?
All’inizio non ci conoscevamo bene, alcune di noi erano già lì l’anno scorso, mentre altre come me sono arrivate quest’anno. Siamo state brave perché ci abbiamo messo poco a conoscerci, abbiamo saputo gestirci bene in diverse situazioni e ci siamo create come gruppo, che è quello che ci ha reso forti. Abbiamo giocato come sappiamo fare, poi abbiamo avuto anche la sfortuna di perdere due giocatrici come Sara Ronchi e Valentina Penna. Da un lato è stato penalizzante, ma dall’altro questo ci ha unite ancora di più, perché tutto quello che abbiamo fatto da quel momento in poi è stato anche in funzione di loro. Ci hanno aiutato tanto anche stando fuori dal campo, perché questo ha permesso loro di avere una prospettiva diversa anche sul nostro gioco.  

A Moncalieri avevi un ruolo più marginale rispetto ad adesso, che di fatto sei uno dei punti di riferimento della tua squadra. Come ti stai trovando in queste nuove vesti?
Mi trovo molto bene e sinceramente non me l’aspettavo perché comunque per me è stato un cambiamento. Sapevo che Udine era una squadra giovane e che voleva crescere e mi sono trovata a essere molto in linea anche io con questa cosa. La forza sta nel fatto che siamo un bel gruppo e questo mi aiuta molto anche a livello personale.

Adesso vi aspetta il rush finale in Serie A2 e voi siete una delle formazioni favorite alla promozione. Quanto è presente questo pensiero nella vostra quotidianità?
Onestamente è qualcosa che resta un po’ nascosto, perché comunque eravamo partite con l’idea di fare bene e anche la stessa Coppa Italia in qualche modo è stata una sorpresa, per cui adesso cerchiamo di fare bene in queste ultime partite e vediamo.

Hai avuto la possibilità di vivere quotidianamente con un grandissimo allenatore come Massimo Riga. Qual è il valore aggiunto che il coach ha dato a questa squadra?
Lui è una persona che vive tutte le cose in maniera serena, e questo è fondamentale perché è in grado di tenerci unite anche nei momenti di difficoltà. Ha tantissima esperienza, questo fa sì che lui sappia capirci al volo e che la comunicazione sia più facile. Con lui ho una forte intesa, anche perché avevo già avuto modo di conoscerlo quando stavo a Torino.

Per te, a livello personale, è la prima stagione lontana da quella che in Italia è diventata la tua casa, ovvero Moncalieri. Come ti stai trovando in questa nuova realtà?
Mi sto trovando molto bene, sia con l’allenatore che con lo staff, anche la città è molto bella. Per me è la prima esperienza lontano da casa, ma mi sto sentendo molto accolta, perché anche con le compagne abbiamo creato un bel gruppo.

Che cosa ti ha convinto a sposare il progetto di Udine?
La motivazione principale è stata la mia crescita individuale. Mi hanno anche sempre parlato bene di questa società e dopo un po’ di anni in cui ero a Moncalieri sentivo che era giunta l’ora di cambiare aria. Mi trovavo molto bene lì, ma sentivo il bisogno di conoscere nuove cose e di vivere nuove dinamiche: è stata una prova anche per me, perché ho lasciato un posto a cui ero molto legata, ma ho scoperto tante cose nuove.

A livello personale, quali obiettivi ti piacerebbe raggiungere nel basket a medio-lungo termine?
È una bella domanda, alla quale onestamente non saprei rispondere bene. Non sono una persona abituata a ragionare per obiettivi, non me ne pongo uno in particolare, mi piace andare sempre oltre. Io finché posso e riesco vado e questo per me è l’importante.

(Foto Elio Castoria)