Un anno fa l’oro ad Antalya, Bufacchi: "Ora un nuovo capitolo"

Un anno fa l’oro ad Antalya, Bufacchi: "Ora un nuovo capitolo"

(di ALBERTO GARAU). È passato un anno da quel giorno carico di emozioni, in cui, nella bolgia di Antalya, la Nazionale Italiana di basket con Sindrome di Down ha conquistato il gradino più alto del podio ai "Trisome Games" battendo la Turchia per 18-17 al termine di una finale non adatta ai deboli di cuore. Un trionfo che ha lasciato il segno, ma che non ha fermato la voglia di crescere e guardare avanti.  
Il ct Giuliano Bufacchi oggi, a distanza di dodici mesi, racconta come quel successo sia stato solo l'inizio di un nuovo capitolo: "Dopo un anno il ricordo è ancora vivo, ma allo stesso tempo sembra passato un secolo, questo perché si continua a lavorare per crescere. Ci sono sempre nuove società, vedi Sassuolo, nuovi ragazzi che si affacciano al movimento, che sono linfa sia per il movimento che per la nazionale stessa, e per me e il mio staff per alzare l'asticella"

Il tecnico romano sottolinea come il lavoro non si sia mai fermato, anzi: proprio l'oro di Antalya ha dato nuova consapevolezza alla direzione da seguire: "Proprio post Turchia, abbiamo le idee sempre più chiare sul percorso di crescita tecnico che vogliamo intraprendere, soprattutto perché dal prossimo anno si passerà al 5 contro 5, che cambierà moltissime cose sia a livello organizzativo che a livello tecnico, e noi non possiamo non farci trovare pronti."

Una nuova sfida, dunque, che richiederà impegno e visione a lungo termine. Ma la Nazionale è pronta. "Per il prossimo evento porteremo delle novità sul nostro gioco proiettate proprio all'inserimento del 5° giocatore in campo - prosegue Bufacchi - lavoreremo sulle scelte condizionate dalla situazione, e questo è uno step molto importante e grande. Ci vorrà tempo ma iniziamo con ampio anticipo proprio per non farci trovare impreparati e continuare il nostro percorso di crescita."

Nelle parole del ct azzurro non c'è spazio per la nostalgia, ogni traguardo è un punto di partenza. "La Turchia è stata la chiusura di un capitolo, e ora ne inizia un altro sempre più emozionante e impegnativo, ma senza lavoro e impegno non si va da nessuna parte e questo è il principio base sin dal primo giorno della Nazionale e dello staff. Tutti i ragazzi che sono, sono stati e saranno parte del gruppo capiscono sin dal primo giorno."
Con questi presupposti, il futuro della Nazionale Italiana di basket con Sindrome di Down della Fisdir promette ancora emozioni, passione e, soprattutto, crescita. E chissà, magari altri trionfi da scrivere.