Treviso, Matteo Contento tira una riga sulla prima parte di stagione
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Matteo Contento, presidente di Tvb, va a tracciare un bilancio a bocce ferme grazie alla doppia pausa di campionato tra Coppa Italia e finestra FIBA, lontano dalle emozioni che le gare giocoforza trasmettono sulle pagine del Gazzettino di Treviso.
Pronostico rispettato. "Ci troviamo nella situazione che avevamo preventivato ad inizio anno: ce la giochiamo con una decina di squadre, tra la salvezza e un posto al sole. Potevamo fare meglio, sicuramente. Ma anche peggio: ci sono state alcune partite in cui abbiamo vinto allo scadere, altre invece perse di poco. La nostra situazione tutto sommato è vicina alle aspettative".
Rimpianti. "Le sconfitte interne contro Napoli e Reggio Emilia, quelle esterne a Sassari e Varese. Bastava pochissimo per trovarci a ridosso dell'ottava piazza. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e blindare la categoria, che è il nostro primo e fondamentale obiettivo. Quindi dovremo cercare di alzare l'asticella, che non comporta solo e semplicemente aumentare i budget e ingaggiare giocatori più forti".
Abbiamo una mission. "La nostra è una società che deve mantenere ben salde le proprie radici e muoversi in base alla propria mission: sociale e sport devono essere allineati. Quando parlo di sociale, mi riferisco al nostro obiettivo di ampliare sempre di più la base di giovani atleti, per garantire a tutti la possibilità di far parte del nostro mondo. In questa fase storica si parla moltissimo di disagio giovanile, e noi vogliamo dare il nostro contributo, calamitando quanti più giovani possibile. Purtroppo al momento siamo costretti a limitare il numero delle iscrizioni, perché mancano le palestre. Invece il reclutamento deve diventare il nostro principale punto di forza. I nostri interventi nel sociale non terminano qui: l'intenzione è avvicinarci a realtà che hanno bisogno del nostro supporto, come ad esempio i Baskettosi di Andrea Carniato, con i loro progetti di basket integrato. Vogliamo farli entrare nella nostra famiglia. Inoltre stiamo lavorando ad un progetto formativo, che affianchi quello sportivo e coinvolga i giovani: affrontiamo tematiche come l'alimentazione, l'integrazione, il rapporto tra sconfitta e aspettative. L'idea è di permettere ai ragazzi di frequentare ambienti in cui si parli in maniera diretta di questioni di vita pratica e concreta".
La realtà di Trento come esempio per la prima squadra. "Abbiamo necessità di raccogliere risorse, per crescere in un'ottica di medio e lungo termine. Consideriamo Trento un punto di riferimento: stanno realizzando un successo sportivo che non è frutto di investimenti economici rilevanti, ma di progettualità, organizzazione e capacità di mantenere dritta la barra anche nei momenti di difficoltà. Non sono sempre stati ai vertici. Come noi, hanno una base ampia di proprietà, non hanno un mecenate. Abbiamo affinità di varia natura e dobbiamo considerarli un modello a cui ispirarci. Con loro abbiamo interlocuzioni frequenti, ottimi rapporti, grandi sinergie: come noi, hanno un sistema organizzativo in cui la stabilità e la solidità sono punti fermi. La tifoseria? Da un lato è bello sapere che c'è una forte passione da parte dei nostri tifosi, dall'altro mi sento di dire che il progetto non si riduce alla vittoria della singola partita: quello che vogliamo è portare Tvb in alto per il tempo più lungo possibile."