Nicola Brienza racconta il «brutto risveglio» a Pistoia: «Parlando con Rowan capii che non c'erano più le condizioni»
Su La Provincia di Como, intervista al coach della Acqua San Bernardo Cantù Nicola Brienza è tornato a parlare della burrascosa separazione dal Pistoia Basket. "I primi sei mesi sono stati oggettivamente esaltanti. Con Pistoia avevamo vissuto un primo mese e mezzo di stagione un po' difficile. Poi gennaio è coinciso con il cambio di passo. Un rendimento che ci ha portati alle F8 di Coppa Italia, con tutta l'emozione e il piacere di esserci. Così come, dopo le 8 vittorie in 9 partite passata la sosta per la Nazionale, per i playoff". Poi il cambio di proprietà con l'arrivo di Ron Rowan. "Effettivamente è stato il punto di non ritorno. Da un mese e mezzo, per me e per chi mi stava al fianco, c'era la curiosità di capire quel che sarebbe stato. Ron Rowan era già arrivato da aprile, ma più che buongiorno e buona sera non si aveva l'idea di quel che sarebbe potuto essere".
Invece le cose non sono andate come previsto. "Anche se le voci dicevano che sarebbe arrivato con grandi possibilità economiche, situazione alla quale non eravamo abituati. E, allora, via con i sogni. Avevo il contratto, pensavo proprio fosse il momento di portare avanti il progetto. Continuandolo e ampliandolo. Fino al momento del brusco risveglio. Nel primo pomeriggio di un lunedì, quando parlando faccia a faccia con Ron capii che non c'erano più le condizioni per proseguire. Dopo? Qualche chiacchierata con qualcuno c'è stata, senza che il progetto si concretizzasse". Da lì la scelta Cantù, ma ammette: "Sinceramente, non avevo tutta questa voglia di tornare in A2, dopo averla appena vinta. Anzi. E infatti, pur parlandone e soprattutto ringraziando coloro che erano venuti a offrirmi il lavoro, avevo sempre declinato". Poi la telefonata di Santoro "arrivata al mio agente. E tutto diventata un altro discorso. Di sfida e di cuore. Cantù è Cantù. Ha prevalso, diciamo, l'aspetto umano"...