LBA - Matteo Librizzi: "Pozzecco? Sarebbe bello seguire le sue orme"
Matteo Librizzi (Openjobmetis Varese) si è aggiudicato entrambi i premi di miglior giocatore e miglior italiano della settimana. La sua prova è stata preferita a quelle di Mouhamed Faye (UNAHOTELS Reggio Emilia), Eimantas Bendzius (Banco di Sardegna Sassari), Amedeo Della Valle (Germani Brescia) e Bruno Mascolo (NutriBullet Treviso Basket). Il classe 2002 ha registrato 28 punti con 8/12 dal campo - di cui 5/7 da dietro l'arco - e con 7/8 dalla lunetta, a cui hanno fatto seguito 9 assist, 8 falli subiti e 3 recuperi per una cifra monstre di 40 alla voce valutazione nella vittoria di domenica contro la Virtus.
Queste le parole sul "Corriere dello Sport", la notte dopo questa magica serata: "Se ho dormito? Macché. Forse due ore. Ora sarei pronto ad andare in palestra e liberare tutta l'adrenalina che ancora mi porto dentro facendo un super allenamento. Ma il cellulare non finisce di squillare. Da bambino quando corri appresso alla palla il sogno di una partita così te lo porti dentro. L'ho giocata da capitano della squadra della mia città. Io sono di Varese, ho iniziato nella Robur et Fides a sei anni. Ho iniziato il minibasket per socializzare e perché dentro casa c'è una tradizione di pallacanestro. Mamma ha giocato e anche mio fratello. Questo sport mi ha subito affascinato, poi sono passato alla Pallacanestro Varese, il club che qui è una istituzione. Ha fatto la storia e vinto tutto in Italia e in Europa".
Adesso Librizzi ha anche un ruolo centrale offensivamente parlando: "La partenza di Mannion per Milano ha cambiato, per me, tante cose. Già da questa estate, quando lui era parte integrante del gruppo, coach Mandole aveva iniziato a cambiare il modo di farmi stare in campo. Prima venivo utilizzato con grandi responsabilità in difesa e in attacco dovevo accontentarmi di quello che la partita passava. Mandole mi ha trasformato in un playmaker puro ed io eseguo".
Librizzi potrebbe diventare per Varese quello che è stato Pozzecco? "Lo conosco bene il Poz, anche fuori dal campo. Diciamo che sul parquet ho la sua follia agonistica ma fuori sono più tranquillo, riservato. Sarebbe bello seguire le sue orme e ritrovarmi magari in azzurro con lui".
A "Tuttosport", Librizzi ha anche raccontato dei due infortuni alla spalla affrontati nella passata stagione: "L'infortunio è una disdetta per un atleta ma nel mio caso è stato utile a livello di testa. Non ero mai stato per così tanto tempo lontano dal campo e questa cosa mi ha dato la carica per ripartire. Ho lavorato tutti i giorni, prima con la fisioterapia e poi con basket e pesi: insieme ai miglioramenti fisici ritengo di aver fatto uno "switch" a livello mentale".