Sandro Gamba: le scelte di giocatori dell'estate alla prova del campo

Sandro Gamba: le scelte di giocatori dell'estate alla prova del campo
© foto di SAVINO PAOLELLA

L'intervento di Sandro Gamba, che commenta puntualmente il martedì le prestazioni dell'Olimpia Milano e fa le sue considerazioni su dove va il mondo della pallacanestro dalle colonne de La Repubblica edizione Milano.

"Conosco la paura di tirare. Ne soffrivo quando ero giocatore col Simmenthal. Non in allenamento: nelle gare tra di noi vincevo anche spesso. Poi in partita mi bloccavo. Lasciavo fare a Stefanini, a Pagani, a Romanutti. C'erano i campioni, pensavo, ci pensino loro.

Poi Cesare Rubini cominciò a riprendermi in palestra: Gamba, mi diceva, se sei libero, tira. Stop. Cominciai ad andar dentro, a migliorare il mio arresto, a giocare senza pensare i contatti, a concentrarmi sul rilascio.

Sui miei movimenti, senza curarmi di cosa stava succedendo attorno a me, nel momento in cui toccava a me. Soprattutto, prendevo finalmente decisioni. Nessun giocatore può rifiutare le responsabilità.

Funzionava così nella pallacanestro di allora, funziona a maggior ragione così nel basket contemporaneo. I tanti momenti di Amore cui stiamo assistendo nelle ultime cinque/sei uscite dell'Olimpia devono essere cancellati, e molto in fretta.

Un conto è ragionare sull'assetto migliore per questa versione della squadra, sui bilanciamenti tra i quintetti e i giocatori che Ettore Messina evidentemente sta ancora cercando e non ancora definitivamente trovato: ad oggi, non sappiamo ancora qual è il nocciolo dei sei­/sette uomini su cui si potrà contare in ogni momento della stagione, soprattutto il quelli decisivi.

Ma uri'altra storia è avere a che fare con i timori di chi pensa troppo a cosa deve fare con la palla, paralizzando tutto l'attacco e i compagni. Qualcuno dei giocatori presi in estate c'entra poco con questa Armani?

La domanda ricorre anche in parterre, i nomi li sappiamo tutti e non c'è bisogno di ripeterli. C'è chi non sta rendendo, non segna abbastanza, non difende nel modo corretto, non garantisce i rimbalzi e gli assist previsti. Questione di scelte estive? Io credo siano state giuste. Sulla carta.

Nomi di alto livello e funzionali. Dare una struttura più muscolare, interna e pesante per competere in Europa. Ma questo, appunto, è il basket a tavolino. Poi c'è la pratica, i sistemi di gioco, le compatibilità, l'attitudine. E le difficoltà fanno parte di tutti i processi di costruzione.

Se poi arriverà il tempo delle scelte su qualcuno che proprio non si completa con gli altri, sono certo che Messina e la società le faranno, e con coraggio. Ma per il momento, a mio avviso, è ancora l'ora di insistere, di smontare, di riprovare. Certo, l'ora dei collaudi è finita. Con le due turche non si può davvero più scherzare. Bisogna aggredire."