100 panchine dopo al Real Madrid: rivalutiamo Chus Mateo

Chus Mateo
Chus Mateo
© foto di SAVINO PAOLELLA

Assistente principale di Pablo Laso sulla panchina del Real Madrid per diversi anni, Chus Mateo ha raggiunto la notorietà perché aveva dovuto sostituire il suo capo, alle prese con un problema cardiaco. Più avanti la volontà del club spagnolo di non continuare con Laso gli ha spalancato il ruolo di head coach e non vi è nessuno che possa negare che abbia passato una stagione intera sotto il tiro di una critica che non lo vedeva all'altezza  piuttosto che bollarlo come "traditore" di Laso. Siamo arrivati al punto di leggere e di scrivere che probabilmente nemmeno vincere l'EuroLeague 2022-23 l'avrebbe salvato dal licenziamento, e l'ombra lunga di Sergio Scariolo ha aleggiato a lungo sulla sua testa (malgrado l'allenatore italiano abbia smentito). 

Fatto sta che ormai nessuno contesta un allenatore che ha appena disputato 100 partite (domenica a Tenerife, 101 con la vittoria nel Clasico di andata di EuroLeague) alla guida di una squadra che in questo momento sembra invincibile. 13 partite vinte su 13 incontri ufficiali, 14 se si considera l'amichevole con i Dallas Mavericks. Una squadra che dà la sensazione di non dover per forza giocare sempre bene al massimo per vincere, quali che siano gli interpreti in campo. I numeri, a oggi 28 ottobre, sono tutti dalla sua parte.

Mateo ha avuto in eredità la performance di Pablo Laso che nelle sue 860 partite alla guida del Real Madrid ha avuto il 76,6% di vittorie. Lo stesso di oggi con 77 vittorie e 24 sconfitte nelle 101 presenze. Gli altri due grandi tecnici della storia bianca, Pedro Ferrándiz e Lolo Sainz, hanno rispettivamente chiuso con l'84,4% e l'81,1%. Mateo può aggiungere al suo personale palmarès le 9 vittorie in 10 partite del Real in cui ha dovuto sostituire Laso assente per malattia o problemi personali, alcune delle quali decisive per la vittoria del titolo di Liga Endesa del 2022. E' così titolare delle ultime due Supercoppe spagnole e dell'ultima EuroLeague.

Bravo a lasciare i riflettori ai suoi giocatori e a gestire con oculatezza le rotazioni, Mateo si è conquistato la fiducia dei tifosi e anche qualche marcia indietro dei suoi detrattori. E' vero che gli allenatori, per definizione, sono sempre tutti sulla graticola. Ma le prospettive che sono aperte davanti alla stagione del Real Madrid lasciano sospettare che il tempo di vincere titoli non è ancora finito, e il conducator sia ben saldo in sella alla squadra.