Olimpia Milano: in EL un puzzle di pezzi vecchi e nuovi (con nuovi ruoli)
Prima di Euroleague al Forum per l’Olimpia Milano e l’Alba Berlino fa subito saltare il fattore campo, che la scorsa stagione aveva invece resistito fino al 26 novembre, venendo meno per mano dell’Olympiacos (un netto 72-93) dopo 6 vittorie interne superando tra le altre Cska Mosca (che a scriverlo sembra un’altra era sportiva), Efes e Barcellona.
Nessun dramma, ovviamente, perché ogni stagione ha le sue partenze (e l’Alba è nettamente più avanti non solo dell’Olimpia per rodaggio, unitamente a quella congenita leggerezza che non le preclude alcun exploit in regular-season) e soprattutto ha i suoi roster da sistemare in termini di rotazioni e gerarchie. Dopo la sconfitta, coach Messina ha subito evidenziato che quello è il suo lavoro e sicuramente non perderà tempo nel farlo, visti anche i ritmi da Nba di questo inizio di Euroleague, che vede già in arrivo le difficili trasferte di Belgrado (martedì 18 ottobre) e di Monaco (giovedì 20).
Anche al netto di quei giocatori che troveranno il loro utilizzo soprattutto in Campionato, sulla lavagnetta dell’allenatore dell’Armani tanti sono i pezzi del puzzle da comporre con l’aiuto del suo altrettanto numeroso staff. Nel ko all’overtime contro l’Alba (con tra l’altro indisponibili Mitrou-Long, Datome e Baldasso) l’impressione è stata quella che la maggiore difficoltà starà nel riuscire a fare in modo che i pezzi nuovi non solo combacino con i vecchi, ma evitino di spostare questi ultimi verso il bordo della cornice. Per esempio, al suo rientro Shields ha messo a referto una prestazione da 15 punti (a dispetto dell’1/7 nelle triple e 5/10 da due), 6 rimbalzi e 5 assist, ma anche se il suo minutaggio rimane altissimo (35’), nei momenti chiave del match il suo ruolo di “go-to guy” pare destinato a essere ridimensionato dalla contemporanea presenza sul parquet di compagni che certo non esitano a prendere la palla e tirare da oltre l’arco. Come fatto con l’Alba da Pangos (top-scorer con 16 punti in 29’, incluse tre triple consecutive che hanno innescato la rimonta dell’Olimpia nell’ultimo quarto) e con risultati minori da Baron (8 punti in 25’, con 2/4 dalla lunga) e come non mancherà di fare Mitrou-Long al suo rientro.
Shields è giocatore intelligente e uomo di spessore, quindi non prevediamo “gelosie” in arrivo, ma certo ci vorrà impegno (da parte dei giocatori, oltre che di Messina) e anche tempo per trovare quell’equilibrio che assicuri un efficace sfruttamento del pallone dal perimetro al di là delle percentuali al tiro (per la cronaca 29%, con 9/31, quella contro l’Alba). E lo stesso discorso vale per Hall, innervosito e limitato venerdì sera dalla difesa di Procida (che a Berlino può davvero seguire lo stesso percorso di crescita di Fontecchio), ma i cui 3 punti in 33’ (con 1/5 da oltre l’arco e 0/2 da due) denunciano a loro volta una situazione di disagio nella trama offensiva indipendente dal tempo (tanto) concessogli sul parquet e comunque ripagato anche con 3 rimbalzi, 2 assist e 5 palle recuperate. Mentre per Tonut, sempre fronte Euroleague perché il Campionato è per gli italiani dell’Olimpia tutt’altra storia, ci sarà da affontare il problema opposto: uscire dal ruolo a lungo avuto nella Reyer Venezia per riuscire a dare il massimo in un minutaggio destinato la maggior parte delle volte a essere ridotto al minimo (come già parzialmente avvenuto con l’Alba, con 5 punti e 1 rimbalzo in 8’).
Sotto canestro gli incastri del puzzle paiono invece essere destinati a trovare una più facile e quindi rapida soluzione: un po’ per il minore numero di pezzi da far combaciare (considerando in Euroleague Ricci e Biligha ai margini delle rotazioni, come dimostrato dagli n.e. con l’Alba) e molto per l’incredibile capacità di Melli e Hines di fare reparto con chiunque arrivi al loro fianco. Come da osservazioni post-partita dello stesso coach Messina, Davies (6 punti, 2 rimbalzi in 16’) deve ancora integrarsi nella squadra come nell’ambiente, ma ha anche già fatto vedere di poter giocare come ala forte al fianco di Hines (10 punti, 3 rimbalzi con l’Alba) o come centro al fianco di Melli, che la recente esperienza agli Europei ha peraltro restituito all’Olimpia con un’ancora maggiore determinazione nel giocare da 5 in caso di bisogno (malgrado quel deleterio appoggio sbagliato sul 74-77 nell’overtime con rinuncia alla schiacciata, probabilmente per stanchezza). Mentre già duttile verso qualsiasi combinazione di reparto e presente sotto canestro (9 rimbalzi in 23’) è parso Voigtmann, con quei 5 punti a referto solo indice di una serata “no” (1/4 da sotto, 1/2 da oltre l’arco), ma senza forzature al tiro a sottrarre spazio ai compagni. Mentre davvero poco c'è parso quello dato da coach Messina a Thomas (4'), la cui fisicità sarebbe probabilmente servita nel colorato, dove l'Alba ha messo a segno 38 dei suoi 80 punti. (Paolo Corio)