A2 - Hdl Nardò, Luca Dalmonte "sono amareggiato, così non siamo competitivi"

A2 - Hdl Nardò, Luca Dalmonte "sono amareggiato, così non siamo competitivi"

Le fanfare, giuste e meritate, intorno alle tre partite vinte con Bologna, Brindisi e Rieti hanno forse coperto il fatto che si è trattato di tre autentiche scalate alpine, con un dispendio notevolissimo di energie fisiche e mentali. Il calo di ieri sera sul campo di UCC Assigeco Piacenza, allora, appare ragionevole. Persino comprensibile, in una fase in cui si gioca ogni tre giorni a ritmi sempre molto elevati. HDL Nardò Basket, un po' inconsapevolmente, al PalaBanca forse ha tirato un po' il fiato di fronte a un avversario meno blasonato e quindi meno stimolante, peraltro scrupolosamente dedito a saltare addosso anche alle ombre dei giocatori neretini. Il punto, semmai, è che a misurare il valore specifico, questo scontro diretto ha più importanza delle sfide alle grandi del campionato. E quindi si tratta sempre di due punti concessi a una rivale con cui giocarsi la salvezza in A2. 

Impossibile portare a casa qualcosa di buono, del resto, se si tira meno e si difende (molto) peggio degli avversari. Troppi giocatori hanno fornito prestazioni insufficienti (i soli Mouaha e Stewart jr. non possono bastare), in questo senso la prova personale di Woodson (7 punti e 6 palle perse) è emblematica, messo in gabbia dai piacentini praticamente per quasi 40 minuti. Alle rotazioni corte si è aggiunta la prematura uscita di scena di Nikolic, che ha fatto 5 falli in 8 minuti. A proposito di rotazioni, a Piacenza si è rivisto in panchina Ruben Zugno, già alla prossima potrebbe allungare la rosa delle scelte di Luca Dalmonte.  

L'amareggiato head coach granata inquadra in modo esemplare questa serataccia. "I numeri - ha spiegato Luca Dalmonte - dicono che abbiamo subìto la pressione, l'intensità e la fisicità soprattutto degli esterni di Assigeco. Questa pressione ha provocato 20 palle perse. E poi abbiamo subìto la presenza a rimbalzo di tutti i giocatori di Piacenza. La somma delle palle perse e dei rimbalzi subìti ha fatto sì che loro tirassero 71 volte e noi 55. In una partita come questa, indipendentemente dal finale che ci è scivolato via, questa differenza al tiro è un fattore che ci condanna. Abbiamo tirato meno, li abbiamo fatti correre in contropiede. Non possiamo permetterci di subire 93 punti. Noi abbiamo giocato e vinto partite in cui abbiamo subìto di media circa 70 punti. A 93 non possiamo essere competitivi, a maggior ragione in serate con questo flusso offensivo".