Napoli, la cura Valli: «L'arrivo qui improvviso e stimolante. A me preme che Napoli cresca»
Erano nove anni che Giorgio Valli non guidava una squadra in Serie A quando ha ricevuto la chiamata per occupare la panchina di Napoli. Una situazione terribile per un coach che è sembrato essere stato tirato fuori dalla naftalina. Ma Valli non si è evidentemente impressionato, e ha raccontato di basket e di questi giorni complicati all'ombra del Vesuvio in una intervista pubblicata oggi da Tuttosport.
Un rientro in A non prevedibile. “Improvviso, inaspettato, molto bello e molto stimolante. Dalla Salda, con cui ci conosciamo da una vita come avversari, mi ha chiamato, ci ha creduto, mi ha convinto. Ho accettato per la persona che è, perché la città è Napoli, e perché la sfida è complicata quanto accattivante, tra patemi e gioia”. Valli ha anche allenato a Dubai nel suo passato. “L'esperienza negli Emirati Arabi è stata bella e vincente: meno apprensione per il risultato e meno carica emotiva. Fai l'allenatore senza curarti troppo d'altro, un'esperienza positiva che consiglierei ai giovani coach”. Adesso è difficile “insegnare” la pallacanestro. “Molto, perché purtroppo tutto cambia alla velocità della luce, il numero di tesseramenti e la possibilità di cambiare squadra, si fatica a creare un nucleo, come se un maestro trovasse ogni giorno una classe nuova. A volte ci accusano di giocare più o meno alla stessa maniera, è anche vero, ma perché non c'è tempo per approfondire. Mi dispiace, vengo da una scuola per cui era bello insegnare. Ma ora siamo all'instant team, instant program”.
Anche Napoli è cambiata molto nel corso dell’anno. “Quando sono arrivato, ho cercato di mettere qualche correttivo e la società è stata splendida a muoversi in tempo reale per accontentarmi. Avevamo poco talento sul perimetro, difficile fare punti. Perciò i ritorni di Zubcic, un 4 perimetrale, e di Pullen. Poi bisognava rincuorare Pangos, inserire Green, e puntare sugli italiani, che ci stanno dando un grande contributo. Partendo dal fondo della classifica, ci siamo riuniti e dobbiamo tenere per cercare lo sprint finale. Manca il 40% di partite, ognuna pesa tonnellate. A me preme che Napoli cresca, perché cresceranno agonismo e atletismo e raffinatezza tecnica nel finale. Urgenza e motivazione vanno oltre capacità tecniche e organici. C'è equilibrio, se non si gioca di squadra è durissima. Poi ci sono squadre che giocano le coppe e a volte possono avere meno energia. Fare pronostici è difficilissimo: la Virtus perde a Sassari, che perde con Scafati, noi che battiamo Brescia”.