Secondo Sandro Gamba il vero difetto dell'Olimpia è la mancanza di veleno

Secondo Sandro Gamba il vero difetto dell'Olimpia è la mancanza di veleno
© foto di SAVINO PAOLELLA

E' sempre interessante conoscere l'opinione di Sandro Gamba sull'Olimpia Milano e, spesso, sul basket in generale, nell'intervento che quest'anno rende istruttiva la lettura dell'edizione milanese de La Repubblica. Siamo in questo momento degli uomini di Messina in cui alternano prestazioni formidabili sia nel senso della vittoria che in quello della sconfitta, tra il martedì infelice di Monaco di Baviera e la caccia a un pronto riscatto ma davanti ai 15.000 fan della Zalgirio Arena, dove c'è anche da ribaltare la sconfitta dell'andata di tre punti. L'intervento integrale di Sandro Gamba.

"Alla discontinuità abbiamo fatto l'abitudine, con il deficit atletico bisogna convivere, e vi dirò che sono ormai pacificato con l'idea che il talento medio di questa Olimpia sia non più che discreto, soprattutto quando rimangono in borghese i calibri più grossi. I cannoni, che possono far traballare le mura nemiche. Messina sta provando a impastare gli ingredienti che gli sono rimasti, quelli di una squadra leggera che va dove la porta il tiro e si accende più con le strisce al tiro che con le buone difese di squadra: quelle arrivano dopo, quando arrivano. Dunque, serate come quella col Bayem non sono né inedite né inaspettate. Quello che, da antico innamorato di questi colori, a volte fatico a comprendere è il senso di urgenza di questi ragazzi. Tutti bravi, per carità, tutti professionisti esemplari. Però un po' privi di resistenza nei momenti peggiori. Appena si alza il vento, vanno giù. Poca opposizione. Poca ribellione. Veleno non sufficiente. Se si fa fatica contro squadre più grosse — e l'Armani da qui alla fine della coppa le troverà ogni sera, è un fatto assodato - bisogna cambiare strategia. Giocare d'assalto, arrembare, osare. Non è più tempo di rinunce, di attese. Il momento della svolta è questo. Correre, aggredire, attaccare nei primi secondi. I playmaker diano l'esempio: Bolmaro mi sembra quello più pronto a recepire il messaggio, a gettare il cuore oltre l'ostacolo. Gli altri lo seguano. Kaunas non è campo impossibile."