Ceci e il Capodanno in campo: il vezzo di una stella viziata?
Nonostante l'apparente seraficità della pallacanestro femminile italiana, le dichiarazioni di Cecilia Zandalasini sulla necessità o meno di giocare a Capodanno, disturbando il brindisi della mezzanotte con la famiglia e gli amici, stanno agitando le acque e i commenti sui social fioccano.
Premesso che per chi come noi si occupa quasi esclusivamente di basket maschile questa polemica è ovviamente astrusa, ci permettiamo di osservare due cose: 1) Zandalasini poteva accorgersene quando il calendario è stato stilato; 2) il presidente federale Petrucci e il presidente di LBF Protani non hanno ancora ritenuto di comunicare una risposta ufficiale in proposito.
Non riteniamo che il calendario sia stato compilato da una intelligenza folle con lo scopo di mortificare le atlete, e che debba rispondere a molteplici esigenze e caratteristiche della stagione (una per tutte l'Eurobasket 2023 che comincia il 15 giugno necessita che i campionati siano conclusi al 15 aprile).
Perché giocare il 1° gennaio contro Crema dopo aver disputato un recupero contro Brescia il 28 dicembre (due delle ultime in classifica a meno di due ore di pullman da Bologna)? Forse perché mercoledì la Virtus ha un incontro di EuroLeague in calendario e la domenica seguente gioca a San Martino.
Il calendario, guarda caso, non ha fatto sconti nemmeno a Schio, che giovedì va in campo ma in Ungheria. Nella presentazione della gara in casa del Fila di ieri, Kim Mestdagh aveva fatto la stessa annotazione della Zandalasini ma con uno spirito diciamo più professionale:
"Non penso di sbagliarmi nel dire che è la prima volta che gioco l'1 gennaio ma mi è capitato di giocare il 2 o comunque i primissimi giorni dell'anno. In ogni caso siamo abituate ad allenarci anche durante le festività quindi non abbiamo praticamente mai la possibilità di festeggiare il nuovo anno. Il fato di giocare domani non cambia il nostro approccio alla partita."
Morale della favola: se a lamentarsi di un sacrificio come il giocare a Capodanno fosse un'atleta al minimo sindacale, se non a semplice rimborso spese, potremmo anche capirlo. Ma di fronte all'esternazione di forse la più pagata giocatrice del campionato, almeno per quanto riguarda le italiane, anche no. Più simile ad un gesto di stella viziata, anche si.