Lega A - Cantù, Tony Mitchell crede in una stagione "Speciale"

Intervistarlo resta impresa ardua per una serie di motivi, incluso il fatto che ad alcune domande neppure risponde. Ad esempio, tra le altre, bypassa la nostra richiesta di far chiarezza riguardo il motivo che l’aveva spinto a porre termine in tempi brevi alla sua esperienza al Volgograd di Dmitry Gerasimenko – subito dopo la splendida annata a Trento – riguardo al quale si sono sentite voci diverse e discordanti. Lapidaria, invece la risposta alla sollecitazione di spiegazione riguardo le tante squadre da lui cambiate in pochi anni. Basti dire che dopo Trento (era il 2014-15) ha girato 11 team diversi.
Dalla Russia alla Spagna, dalla Cina a Israele, dall’Australia a Portorico, agli stessi Stati Uniti. «Semplicemente sono stato in alcuni posti dove non sarei dovuto andare a giocare. Posti pessimi» la considerazione di Mitchell. E allora, fatto 100 il valore del Mitchell di Trento, quello che arrivato a Cantù quanto pensa di valere? «Il mio valore non è cambiato. Sono sempre Tony Mitchell». «Non importa quale ruolo» Lei è un’ala piccola che all’occorrenza può giocare anche da guardia e da ala forte. Tra questi ultimi due ruoli in quale pensa di rendere al meglio? «Non importa quale molo preferisco oppure in quale ruolo riesco a esprimermi meglio. Posso provare a fare qualunque cosa, tutto quello di cui la mia squadra può aver bisogno». A proposito di squadra, le sue prime impressioni sulla qualità di questa Red October? «Non amo sbilanciarmi, fare pronostici o parlare di obiettivi. Però una cosa voglio dirla: possiamo fare qualcosa di davvero speciale quest’anno».