LBA - Ousmane Diop e l'approdo a Milano: "Messina mi ha chiamato qualche settimana fa..."

LBA - Ousmane Diop e l'approdo a Milano: "Messina mi ha chiamato qualche settimana fa..."
© foto di Mancini / Ciamillo

Intervistato su “La Nuova Sardegna”, Ousmane Diop ha parlato di come a 25 anni sia già considerato un “veterano”, sia nella vita che nella pallacanestro: “È vero. Queste sono le cose belle che possono accadere quando fai un viaggio del genere. Sono molto felice di come sta andando la mia vita, anche quella professionale, perché è quello che avrei voluto fare sin da ragazzino. Poterlo fare in uno dei migliori club in Europa, è ancora meglio. Sto vivendo un sogno, è un traguardo che è nel pensiero credo di ogni giocatore. E non tutti se l'aspettavano da me, lo dico tranquillamente, anche se sin dai tempi di Udine c'è stato sempre chi ha creduto in me, ma non tutti. Con i sacrifici e il lavoro, cercano di fare sempre la cosa giusta, ci sono arrivato. Ma la cosa più difficile ora è restarci. Ora il livello si alza e occorre imparare il più presto possibile per entrare nella chimica giusta”.

Diop è già entrato in contatto con il suo nuovo coach, Ettore Messina: “Mi ha chiamato già qualche settimana fa. Ho pensato: ehi, ti chiama Ettore Messina, qualcosa di buon devi averlo fatto... Mi ha colpito che mi abbia fatto una videochiamata, l'ho letto come un segnale di interesse e disponibilità che mi ha fatto decidere: sì, voglio andare a Milano. Ci siamo risentiti, manda messaggi, si informa di come sto”.

Sassari dal 2018 era un po’ diventata casa di Ousmane: “No, Sassari "è" proprio casa mia. Già quando ho avuto l'occasione di firmare con Milano ho parlato subito col presidente Sardara per avere consigli, per me era importante. Il rapporto con la Dinamo è stato molto bello perché sempre sincero. Sassari mi ha cresciuto ed è l'unico posto in cui ho giocato in Serie A”.

I migliori ricordi dei suoi anni in biancoblu? I playoff del 2022-23 con Venezia, ma anche altre partite in una stagione che era stata per me davvero molto importante. Vero che al primo anno in cui arrivai andammo in finale scudetto, ma era diverso perché facevo molta panchina, mentre quello è stato davvero esaltante per me”.