Serie B - Giulio Cadeo: “La Redel lavora sodo per diventare grande”

Serie B - Giulio Cadeo: “La Redel lavora sodo per diventare grande”

Il capo allenatore della Redel Reggio Calabria, Coach Giulio Cadeo, è stato ospite in radiovisione su Videotouring. Lunga analisi sulla stagione che si sta per aprire: “Reggio? È molto simile alla mia Varese. Magari trovi più calore ma le similitudini sono parecchie.
Tutti sanno che esiste il basket, magari non lo seguono ma conoscono la Viola e s’informano”.

Come ho iniziato con il basket?
“Ho due fratelli più grandi. Entrambi mi hanno fatto innamorare della palla a spicchi. Sono stato scelto dalla gloriosa Ignis Varese e ho in carriera una piccola parentesi in Svizzera.
A 19 anni giocavo ed allenavo contemporaneamente. E’ stato un sogno: allenarsi con Ossola è stato bellissimo. Ho sempre sognato di provare a “rubargli” un pallone.
Sono stati anni magnifici dove ho imparato tanto. Nulla era casuale: sono stati attimi, giorni, mesi, anni di apprendimento continuo.
Oggi? Amo anche il tennis. E Amo Sinner perchè è un esempio per i nostri ragazzi”.

Il giocare per strada? 
“Manca. Alcuni colleghi, molto spesso, trasformano gli allenamenti in Playground. Il Parco Urbano di Reggio è stupendo.
Io ci passo spesso, abito li vicino, è davvero un posto meraviglioso, ben frequentato”.

Che girone giocheremo?
“Non sono preparato e non ho studiato, volutamente. Non è il momento di pensare agli altri. Dobbiamo avere una nostra filosofia, una nostra mentalità e dobbiamo costruire un progetto “Viola” con la nostra identità.
Cosa vuol dire? Non vuol dire che non guardiamo gli altri.
Pensiamo a trarre il massimo dal nostro lavoro.
I pronostici solitamente vengono invertiti, vedremo cosa accadrà”.

Il percorso e la storia della giovane società neroarancio?
“Ne sono a conoscenza.Ho grande rispetto per i sacrifici fatti da Carmelo Laganà in questi anni e per tutta la dirigenza”.

Le difficoltà nel basket durante i campionati?
“Credo che facciano parte della vita.
Tocca combattere, affrontarle, lottando per rialzarsi verso gli obiettivi”.

La storia di Reggio nel basket?
“Abbiamo dei ragazzi estremamente giovani.
Ho allenato contro la grande Viola: quando si vivono certe situazioni ti rimangono dentro.
I nostri giovani possono leggere ed apprendere, lo sentiranno quando inizieranno a giocare le partite e sentire il calore del pubblico”.

Il ranking?
“E’ normale sia favorita Piazza Armerina. Non ci sono dubbi che abbiano costruito un roster per vincere. Sono sicuro che ci saranno tantissime sorprese e l’entusiasmo può essere il volano oltre che la voglia dei nostri, elemento basilare.
Non ho mai visto una squadra che è in Up per tutta la stagione: ci sono momenti durante l’anno difficili, da quelli si può ripartire verso grande obiettivi, si potrà uscire insieme, per volare in alto.
In questo momento penso che l’aspetto mentale, complice la gioventù, sia il perno su cui fare leva.
Vogliamo fare crescere i nostri ragazzi”.

Manu Fernandez?
“E’ un ragazzo capace e maturo.
Lui ha già una giusta maturità: sarò presuntuoso, ma, ho passato mezza giornata con lui prima di ingaggiarlo e si toccava con mano questo aspetto. Ho molta fiducia in lui”.

Un giovanissimo in prima squadra?
“Mi è già capitato e non vedo l’ora possa riaccadere. Ho lanciato Bolzanella in quintetto, in marcatura su Jerome Allen ai tempi di Varese.
Tommy Laquintana, idem, nella vecchia Dna. Oggi gioca in A1, aveva un talento mentale enorme. Non talento cestistico, non si offenderà, ma aveva un talento mentale pazzesco, lavorando giornalmente.
Ho trovato dei ragazzi giovani eccezionali che hanno grandissima voglia di allenarsi.
Il segreto per far bene, a mio avviso, in questo momento è lavorare bene sulle fasce dei più piccoli, non risparmiando e investendo anche sulle fasce dei più piccoli”.

Il coinvolgimento della piazza?
“E’ una questione di sinergie. E’ importante che la Serie B faccia bene, il settore giovanile idem. Tutto può essere un traino per ricoinvolgere la città di Reggio.
Il Basket è uno sport bellissimo, non è mai noioso, mai scontato.
E’ un attimo per riaccendere in chiave esponenziale, tutto l’entusiasmo”.

I test amichevoli? 
“Non li stiamo preparando gara per gara come se fossimo in campionato. Guardiamo al 29 settembre. Possiamo arrivare stanchi ma è il momento di seguire il programma per arrivare pronti al campionato.
Ci possono essere problematiche fisiche e di altro genere.
Quello che ci aspettiamo sono step di avanzamento passo dopo passo”