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LBA - Trapani, gli obiettivi di Antonini verso la Serie A. E su Teodosic...

MERCATO LBA - Trapani, gli obiettivi di Antonini verso la Serie A. E su Teodosic...
© foto di ciamillo

Intervistato da Matteo Gandini e Pierluigi Pardo nel vodcast “DAZN Got Game”, il patron della Trapani Shark Valerio Antonini ha fatto il punto della situazione dopo la promozione in Serie A, spiegando a grandi linee gli obiettivi che si pone per il 2024/25 in linea con le ambizioni espresse fin dal suo arrivo in Sicilia. "Io voglio vincere lo scudetto", esordisce. "Stiamo cercando di comprare giocatori che possano portare la squadra a completare un percorso di crescita che c'è stato durante l'anno. Da tenere presente che abbiamo comprato due giocatori straordinari, uno da EuroLega come Alibegovic che ha contratto da giocatore di EuroLega. Stiamo cercando di comprare due se non tre italiani di grande livello e nel giro della Nazionale. E abbiamo identificato quattro giocatori stranieri per cercare di avere 12 giocatori di grande livello che possano durante l'anno provare perlomeno ad arrivare tra i primi quattro in modo da poter evitare Virtus e Olimpia prima delle semifinali. Credo che il basket con Sassari e Venezia ha dimostrato che nulla è possibile. Quando si programma con intelligenza e voglia di fare, credo che nulla sia impossibile. Abbiamo fatto un'annata irripetibile tra calcio e basket. Qualcosa di eccezionale. Ma è stata tutta costruita, nulla lasciato al caso. Dall'inizio dell'anno avevo detto che avrei voluto vincere entrambi i campionati e li ho messi nella posizione di ottenere questi risultati".

Sul sogno Milos Teodosic, Antonini replica. "Ho parlato con il suo procuratore per valutare di portarlo già quest'anno, ma lui chiaramente non sarebbe mai venuto in A2. Nel momento in cui ho investito in Stefano Gentile e avendo già Imbrò, mi sono trovato nella condizione di non poterlo più trattare. Lui ha rinnovato adesso con la Stella Rossa, ma io lo avevo messo come primo obiettivo. Se mi avesse detto di sì, lo avrei comprato. Io ho avuto 22 anni di amicizia eccezionale con Diego Armando Maradona. Lui mi ha sempre detto: "quando e se farai questo passo, innamorati dei giocatori". Faccio un esempio di un ragazzo come Alibegovic: è stato emozionante trattarlo, difficilissimo da convincere, quando l'ho visto in Gara 4 fare 25 punti e vincere da solo mi sono sentito orgoglioso di averlo convinto a venire".

Al momento non si fanno nomi. "A me piacciono i grandi giocatori. Ho visto la finale tra Milano a Bologna. Ci sono giocatori straordinari come Abass, Tonut, Melli. Noi dobbiamo puntare a giocatori di questo livello. Poi bisogna vedere se ci sono le condizioni, con anche la loro ambizione di poter fare di una squadra del sud una che vince il campionato. Sotto questo punto di vista non posso dire di più. Ma i nostri obiettivi sono di questo livello".

L'Olimpia di Armani, la Virtus di Zanetti. "Sono personaggi in questo momento quasi inarrivabili. Con umiltà sappiamo di avere di fronte due giganti, straordinari, che fanno investimenti incredibili. In città che rispondo a quel tipo di investimenti, Milano e Bologna. Due realtà incredibili. Non a caso il Bologna Calcio va in Champions League. Qui purtroppo è un terreno troppo vergine per poter pensare di fare le cose ogni anno come fanno loro. Dobbiamo cercare di fare il colpo, di farlo un anno e stabilizzare il club in Serie A. E magari dopo qualche anno riprovarci. Ma su un territorio come questo non puoi mantenere i loro livelli. A meno che tu ogni anno non decida di buttare 20-25 milioni, ma non è il mio caso".

L'esonero di Daniele Parente a stagione in corso e l'arrivo di Andrea Diana. "Ringrazio Daniele Parente perché non è stato facile cambiare durante l'anno. Ma sono stato costretto da due fattori. Il primo: nelle sei gare precedenti alla Coppa Italia la squadra aveva avuto un enorme calo. Si era perso un po' di rapporto, di feeling tra i giocatori e il coach. In più si stava creando delle fazioni all'interno dello spogliatoio. Con il cambio di coach ho chiuso tutto immediatamente, dimostrando ai ragazzi che una volta paga il coach, la volta dopo loro. Non era un problema legato al budget. Ho voluto mandare un messaggio, purtroppo nello sport a pagare sono sempre i più deboli e nello sport lo sono un po' gli allenatori. A distanza di cinque mesi ho fatto la scelta giusta, Diana ha perso solo tre partite, ha vinto una partita eccezionale. Una notte epica che ha segnato il cambiamento di quello che è la città di Trapani verso un qualcosa di positivo. Sport come valore di cambiamento, volano di emozioni positive che possono essere determinanti per un cambio a 360° dell'intera comunità".