Reyer, Juan Fernandez su "I Fatti Vostri": "Come ho superato la depressione"
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Protagonista nel programma “I Fatti Vostri” su Rai 2, condotto da Tiberio Timperi e Anna Falchi, il playmaker dell’Umana Reyer Venezia, Juan Manuel Fernandez ha raccontato la sua storia, partendo dalle origini cestistiche in Argentina, passando per le sue precedenti esperienze da professionista in Italia e raccontando soprattutto del momento in cui ha deciso di ritirarsi nel 2020 a causa della depressione (come già precedentemente fatto in un video realizzato da LBA in collaborazione con “La Giornata Tipo”, disponibile QUI): “Mi ha spinto a ritirarmi il fatto di non sentire più la gioia di giocare al mio sport, tanto da non ricordarmi realmente com’era quella passione per la pallacanestro che avevo da bambino. Penso quindi al non saper gestire le situazioni derivanti dal giocare uno sport di alto livello, che non è solo divertimento ma anche lavoro. L’allarme più grande è arrivato quando preferivo infortunarmi per non dover affrontare gli allenamenti e le partite. I sintomi erano troppi, dal non voler uscire dalla stanza all’avere un grosso impatto sulla vita quotidiana con la mia famiglia, anche considerando che ho una moglie e due figli piccoli (sono stati però poi fondamentali nel mio percorso di uscita da questo periodo). Non vedevo quindi alternative al cercare una strada al di fuori della pallacanestro”.
Fernandez ha poi rievocato i momenti precisi dell’addio al basket giocato: “I compagni di Trieste si erano penso accorti di quello che mi stava succedendo ma forse non percepivano la gravità della cosa. Il mio lavoro era anche cercare di nascondere alla squadra quello che mi stava succedendo. Nelle ultime due settimane arrivavo al palazzetto con le lacrime agli occhi; quindi, restavo in macchina per calmarmi e cercare di “sopravvivere” all’allenamento. È stato difficile dirlo alla società, il lunedì dopo una partita. Per fortuna mi conoscevano bene siccome ero già a Trieste da cinque anni, capendo anche la gravità della situazione che mi ha portato a prendere una decisione così drastica”.
Dopo aver lavorato in un’agenzia di viaggio, il suo percorso lo ha portato, dopo il ritiro, a riavvicinarsi alla pallacanestro allenando dei ragazzi negli USA. Fernandez è quindi diventato un “mental coach”: “Dato che tanti atleti si aprivano a me e che non avevo al tempo gli strumenti per aiutarli, ho deciso di intraprendere un percorso per diventare una persona come quelle di cui avevo avuto bisogno io nei momenti più bui. I “miei” atleti sanno tra l’altro che consultandomi aiutano anche me, permettendomi di essere un po’ in pace adesso che sono tornato a giocare da professionista a Venezia”.