LBA - D'Angelo Harrison: «Restare uniti è la chiave. Vitucci? Ricordo la prima chiamata...»

LBA - D'Angelo Harrison: «Restare uniti è la chiave. Vitucci? Ricordo la prima chiamata...»
© foto di Arioli/Ciamillo

La prima palla a due del campionato di basket di serie A 2024-25 vedrà la Nutribullet Treviso in campo al Taliercio contro una Reyer Venezia che, in un altro esordio che vale due punti in EuroCup, ha già fatto vedere di essere pronta. D'Angelo Harrison, ufficialmente leader della formazione allenata da Frank Vitucci, fa il riassunto della preseason e traccia le linee del cammino della squadra verso la salvezza e, magari, anche qualcosa in più in una intervista uscita oggi su Il Gazzettino di Treviso. Alcune delle sue risposte.

Concentrazione sul momento attuale. "L'obiettivo sono sempre i playoff, però dobbiamo cercare di concentrarci sul presente. Penso che il fatto di giocare il derby con Venezia alla prima giornata sia un test eccellente. Sarà una grande partita per en trambe le squadre, è una sfida con molta storia. Dobbiamo considerarla una partita decisi va per noi e il nostro focus deve essere solo su questa. Dopodichè ci preoccuperemo del match successivo.
La chiave per avere successo? Restare uniti. So che può sembrare un luogo comune ma, nei momenti difficili, ci può essere la tentazione di mettersi in proprio, di risolvere la situazione singolarmente. Invece, dobbiamo fidarci gli uni degli altri. Stiamo costruendo una buona alchimia, dentro e fuori dal campo: qui non ci sono ragazzi egoisti, nessuno che cerca di mettersi in mostra. Tutti sanno che, se la squadra va bene, allora potrai raggiungere pure i tuoi obiettivi personali, anche in termini di carriera."

Capitano e leader. "Sono professionista da 10 anni ormai. A parte la prima stagione, mi sono sempre sentito un leader in ogni squadra in cui ho giocato. Da sempre cerco di dare l'esempio, di arrivare per primo in palestra, di essere da guida per più giovani, perché mi interessa vincere. Ora, semplicemente, ho il "titolo" ufficiale, grazie alla fiducia dello staff.
Coach Vitucci? Ora che ci penso, ho giocato con coach Vitucci in tutte le mie esperienze qui: si può dire che lo seguo in giro. Ricordo la prima volta che mi ha chiamato: stavo camminando con il mio cane a bordo piscina. E mi ha detto tutte le cose giuste. Certo, gli allenatori e i gm dicono sempre le cose giuste per convincerti a firmare per loro. Però quello che ha detto si è poi dimostrato vero, non erano solo parole al telefono. Al di fuori del basket, io e lui parliamo moltissimo, andiamo a pranzo o a cena insieme. È il mio "boss", ma anche un buon amico, con cui posso confrontarmi e di cui mi posso fidare."