Morpho Piacenza ko a Reggio Emilia 77-70

Fonte: www.sportpiacenza.it
La gioia reggiana (foto Stiudio Elite)
La gioia reggiana (foto Stiudio Elite)

La luna, quasi, sia pure a mezzogiorno. Nella seconda partita del girone di ritorno, nell’intervallo, con il Morpho avanti di due punti, al PalaBigi risuona “Non voglio mica la luna”, la celebre canzone di Fiordaliso (chissà se chi l’ha messa conosceva le orgini piacentine della cantante). E la luna i biancorossi non hanno infatti afferrato, l’hanno semmai accarezzata. L’impresa di vincere a casa della capolista Trenkwalder Reggio Emilia resta incompiuta. Ci hanno creduto i piacentini sino a quattro minuti dal termine, quando con il play Robinson (21 punti, 28 di valutazione) i padroni i casa hanno messo di fatto per la prima volta la testa avanti. Inerzia della gara cambiata, cosa certificata dalla tripla di Filloy che vale il più cinque (71-66), il resto per Reggio è una discesa facile verso il successo. Piacenza però esce dal campo dopo una prestazione che merita solo applausi. Capace di tenere in ambasce la squadra forse più forte del campionato, per
giunta in trasferta, con un Simoncelli che sostituisce bene Passera e a tratti sembra Voskuil quando inserisce le triple (17 punti, 5/5 da 3), un Anderson continuo per tutta la gara (anche lui 17 punti, 6/13 da 2, 12 rimbalzi), in più l’ex di turno Infante che si è fatto sentire sia a punti sia nel conquistare palloni sotto le plance. Certo alla fine, e questa non è una novità, Piacenza non ha potuto fare altro che pagare una carenza di rotazioni in panchina, che aveva da contraltare quella profondissima di Reggio Emilia. Che l’intensità e l’approccio dei ragazzi di Corbani fosse quello giusto lo si comprende presto. Il primo quarto è una benedizione che fa prendere fiducia al Morpho. Della squadra stanca atleticamente, delle tre gare in sette giorni, degli infortunati, della capolista che fa paura, di tutto questo non c’è traccia. Non c’è traccia nei numeri del primo tempo: nei rimbalzi i biancorossi dominano 21-14, sono più puliti nelle giocate (Reggio ha quasi il doppio dei falli, 12 contro 7) e i reggiani sono primi anche nella classifica delle palle perse: 7 contro 1. I punti di vantaggio al riposo lungo sono comunque solo due (40-42), sia per due falli evitabili negli ultimissimi secondi di gioco, sia perché da tre punti è il solo Simoncelli a rispondere ai locali che sfruttano il tiro dai 6.75 per ridurre i break che Piacenza guadagna e che hanno nel play Robinson l’uomo che si assume più responsabilità ingaggiando con profitto molti uno contro uno attaccando il ferro. Ma di un Morpho in difficoltà non c’è traccia anche per la spregiudicatezza che i biancorossi hanno messo in campo in avvio di ripresa, quando dopo 5 minuti viaggiano sul più dieci (43-53). Spinta da Taylor e Filloy la Trenkwalder si riporta sotto, quando si riprende a giocare per gli ultimi dieci minuti il Morpho naviga sul più due (57-59) che preannuncia un finale all’arma bianca. Qualcosa è comunque cambiato, i padroni di casa mantengono costante la capacità di colpire da tre punti (alla fine 43% Trenkwalder, 27 Morpho) e recuperano anche nei rimbalzi dove Taylor e Chiagic riescono a raddrizzare la situazione. Qui si assiste alla differenza di chi vede la promozione in A alla fine del viaggio e di chi, invece, punta alla salvezza, ma ha sia l’orgoglio sia la capacità di provarci su tutti i campi di questo campionato. Per la luna, però, bé, per quella sarà per un’altra volta.


Filippo Lezoli
 

l tabellino

TRENKWALDER REGGIO E. - MORPHO BASKET PIACENZA 77-70  (13-23; 40-42; 57-59)

TRENKWALDER REGGIO EMILIA: Robinson 21, Viglianisi, Taylor 20, Veccia, Frassineti, Pini 3, Filloy 15, Slanina 5, Cervi, Germani, Chiacig 2, Ruini 11. Allenatore: Menetti.

MORPHO BASKET PIACENZA: Casella 3, Infante 9, Harrison 6, Perego 2, De Nicolao, Simoncelli 17, Varrone, Mori, Voskuil 5, Anderson 16, Scarone 5, Amoroso 6. Allenatore: Corbani.