LBA - Varese, Alviti, i 29 punti contro Pistoia: "Merito della squadra"

LBA - Varese, Alviti, i 29 punti contro Pistoia: "Merito della squadra"
© foto di Arioli/Ciamillo

Davide Alviti, dopo la sua super prestazione da 29 punti per piegare l’Estra Pistoia in maglia Openjobmetis Varese, è certamente l'uomo del giorno e ha potuto contare ben due interviste in contemporanea di Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport” e di Piero Guerrini su "Tuttosport" per raccontare questo momento, personale e di squadra.

Cancellato lo zero in classifica. “Ci siamo tolti un gran peso. A parte la sconfitta nella prima giornata con Brescia nelle altre occasioni la colpa dei ko era stata anche nostra. Contro Trapani non siamo riusciti a gestire un vantaggio di 18 punti. Una squadra di serie A non può permetterselo. A Varese siamo dentro la leggenda, vivendola in prima persona. Sono felice per quanto ho fatto, il merito è della squadra, sembrerà banale ma è così. Se mai ricorderò il pomeriggio è perché oltre alla nostra vittoria e al mio massimo in carriera ci si è messa anche la Ferrari. Sono tifosissimo di Formula 1 e della rossa. Si è incastrato tutto alla perfezione”.

Ossessione, senza una coppa europea. “Quando dopo aver giocato in campionato poche ore più tardi sali sulle scalette di un aereo resetti. Invece quando tomi in palestra con il peso di non aver mai vinto la pressione si sente. La medicina è stata quella di lavorare duro, correggere i nostri errori e provare a crescere”.

Alviti ha anche sottolineato il rapporto con coach Mandole. “Bene, stiamo imparando a conoscerci meglio, giorno dopo giorno. Nella fiducia c'è un dare-avere. Lui a noi e noi dobbiamo ritrasmetterla a lui. Ci stiamo riuscendo”.

Davide globetrotter: ha cambiato quattro squadre in quattro anni. "Penso spesso a questo, Ormai bene o male tanti giocatori cambiano ogni 2-3 anni. Nel mio caso è stato un po' frutto dell'ambizione personale. Ne parlo pure con i miei, che tante volte, sono stato troppo ambizioso, ho voluto troppo da me stesso. Anche per quanto riguarda Trento: sarei rimasto molto volentieri, la squadra sta dimostrando di essere competitiva a livello alto. Poi a volte il trasferimento è dettato da dinamiche che non si possono controllare". 

A 28 anni, Alviti si sente un veterano. "Da un paio d'anni sento che sto passando nel periodo della maturità, se non del veterano. Vedo compagni che hanno 7-8 anni meno di me. Alla fine è bello poter trasmettere le esperienze agli altri, dare consigli perché non ripetano errori che ho commesso".

Alviti vuole anche tornare a vestire la maglia azzurra. “Io alla Nazionale non smetto di pensare. È il sogno da bambino di chiunque giochi a basket. Ma non è nel mio modo di essere chiedere qualcosa attraverso i giornali. Voglio che per me a parlare sia sempre e solo il parquet. Io voglio contribuire a far arrivare il prima possibile Varese alla salvezza. Una volta tagliato questo traguardo magari parleremo di altro”.