Cantù, Leunen verso l'addio
No Marty no party". I tifosi canturini sono stati chiari fin da subito eleggendo Marteen Leunen, come uno dei beniamini della Ngc 2009-2010. Come suggerito da alcuni striscioni del Pianella, senza il biondo 25enne, ala americana, dai modi garbati e mano calda, non ci può essere festa in campo. Già, perché inutile negarlo, Leunen, arrivato in punta di piedi, è stato uno dei grandi protagonisti della superannata del team allenato da Andrea Trinchieri, che lo ha utilizzato più di tutti esaltandone le sue doti offensive, ma anche di "ali around". E "Marty", giocatore moderno e duttile, ha ripagato la fiducia partita dopo partita, balzando agli onori delle cronache durante la regular season per poi subire un inevitabile calo nei playoff chiudendo comunque con 38 presenze per un totale di 1226' giocati (oltre 34' di media), con 448 punti, 203 rimbalzi e 499 di valutazione. Sarà comunque difficile rivederlo il prossimo anno con la maglia della compagine brianzola, visto che l'atleta statunitense è destinato a tornare nel suo Paese, dove ha molti estimatori. Che non fosse una scommessa lo avevano garantito coach Trinchieri e lo stesso general manager Bruno Arrigoni bravi a strapparlo in estate a un'ampia concorrenza: del resto Leunen era già osservato speciale dalla Nba, tanto da richiamare durante il campionato anche emissari della franchigia di Houston. Continuità e regolarità le parole d'ordine di un giocatore che ha lasciato il segno al suo primo anno in Italia soprattutto nel cuore dei tifosi brianzoli. «E l'Italia ha lasciato il segno anche in me - ammette con il suo sorriso gentile - Confesso: Cantù mi ha proprio conquistato. Qui mi è piaciuto tutto in campo e fuori, soprattutto la gente». «I canturini amano in modo pazzesco il basket e con la nostra squadra sono stati incredibili - aggiunge - Il loro entusiasmo mi ha colpito fin dal primo giorno ma è poi addirittura cresciuto fino a esplodere nei playoff. Al Pianella si è sempre respirata un'atmosfera eccezionale, magica e indimenticabile. Aver raggiunto i playoff è anche merito dei nostri sostenitori». Come è stata la sua prima esperienza nel campionato italiano? «È stata un' esperienza fantastica e importante, perché mi è servita molto - dice ancora - Il campionato si è confermato di ottimo livello e mi ha permesso di confrontarmi con giocatori forti e formazioni molto organizzate». Non possono mancare i ringraziamenti. «Prima di tutto sono grato alla società che mi ha voluto, ai compagni, all'allenatore Andrea Trinchieri che ha creduto in me e a tutto lo staff, perché in questa stagione mi hanno permesso di crescere e migliorare molto». Bilancio di fine stagione positivo quindi. «Molto buono e non voglio farlo a titolo personale, ma allargarlo a tutto il team: abbiamo giocato un ottimo basket soprattutto insieme, da squadra vera». Le immagini che le rimangono più impresse di questa stagione italiana quali sono? «Sono legate alle vittorie più belle contro squadroni come Milano, Caserta e quelle nei quarti dei playoff contro la Virtus Bologna». I playoff, un obiettivo all'inizio neanche pensato poi inseguito e infine conquistato meritatamente sul campo. «Sono sincero -afferma Leunen - Io ho sempre creduto ai playoff, perché fin dall'inizio ho visto crescere un ottimo gruppo che è diventato nel tempo una bella squadra. Insomma i playoff sono stati un traguardo meritato a coronamento di una grande stagione». Dopo i bilanci è però tempo di leggere il futuro. Le domande che tutti i tifosi si fanno sono: Leunen resterà in Italia e vestirà la maglia di Cantù anche nella prossima stagione? Dopo l'ultimo campionato l'americano sembra destinato a diventare uno dei giocatori più ambiti del mercato in Italia (Sabatini si è già sbilanciato per portarlo alla Virtus Bologna) come all'estero (non è escluso, come sottolineato, un suo rientro negli Usa). «È difficile dirlo adesso. Ripeto, a Cantù mi sono trovato benissimo e se dovessi giocare ancora qui sarebbe un piacere. Ora come ora, però, non so ancora cosa mi riserverà il futuro cestistico». La sensazione è che sarà molto difficile rivedere sugli spalti del Pianella gli oramai celebri striscioni "No Marty no party" perché il destino di Leunen sembrerebbe portarlo lontano dal Pianella.
Andrea Piccinelli